Il destino dei 5 uffici postali resta un rebus. La proposta della 1: «Facciamone sportelli digitali»

Dopo un mese alquanto movimentato, in cui, il 12 dicembre, il Tar Piemonte aveva accolto il ricorso del Comune di Torino, definendo la decisione di chiudere 5 uffici postali torinesi da parte di Poste Italiane “illegittima”, salvo poi fare dietrofront dopo pochi giorni, accogliendo, invece, la richiesta di revoca del provvedimento da parte di Poste, oggi le 5 sedi di via Nizza 8, via Guicciardini 28, via Verres 1/A, corso Casale 196 e via Parrocchia 6 sono chiuse. E lo saranno almeno fino alla prossima pronuncia del Tar, al rientro dalle feste, l’8 gennaio.

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Uffici postali, rinviata la chiusura: si attende la pronuncia del Tar Piemonte

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In assenza di una destinazione d’uso, così, in Circoscrizione 1 si profila l’ipotesi di farne poli multifunzionali, sulla scorta del progetto “Polis” - già avviato da Poste nei comuni al di sotto di 15mila abitanti -, per favorire ai cittadini la fruizione dei servizi digitali.

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«Gli uffici postali sono un servizio essenziale per la cittadinanza, la loro chiusura ci preoccupa molto», ha spiegato nell'ultimo Consiglio del centro civico Pietro Falletto - Pd. «Ci auspichiamo, però, che si possano realizzare nuove progettualità», ha continuato. «Le società che fanno capo ad enti pubblici, come Poste, hanno il dovere di ragionare non solo in termini di utili, ma anche di ordine sociale», ha invece aggiunto il coordinatore alla commissione Attività Produttive della 1 Paolo Benedetti.

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Il sindaco Lo Russo, dal canto suo, promette di proseguire su questa strada con un nuovo ricorso. Il destino delle 5 sedi Poste Italiane resta, così, un rebus.