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12 Dicembre 2024 - 17:54
Poste non cambia idea, chiudono 5 uffici postali a Torino. Al loro posto solo degli sportelli Postamat
Si accende una speranza per il futuro dei 5 uffici postali di Torino che avrebbero dovuto essere chiusi la prossima settimana. Infatti, dopo il ricorso presentato dal Comune contro la decisione di Poste Italiane, il Tar Piemonte ha sospeso il provvedimento di chiusura. Una chiusura stabilita dall’azienda per il 16 dicembre che ora slitta all’8 gennaio, data in cui è atteso l’ulteriore pronunciamento da parte del Tribunale Amministrativo.
Il sindaco Stefano Lo Russo dichiara: «Quello postale è un servizio primario per la comunità e gli uffici presenti nei quartieri svolgono anche una funzione di presidio sul territorio. Nonostante la nostra contrarietà e senza la necessaria concertazione Poste Italiane ha deciso la chiusura di ben 5 uffici dislocati sul nostro territorio. Per questo siamo stati costretti a ricorrere al Tar contro la decisione, nell’interesse dei diritti delle torinesi e dei torinesi, che non possono e non devono veder scomparire un servizio importante a causa di logiche guidate primariamente da criteri economici. Siamo soddisfatti che sia stata riconosciuta l’urgenza di tutelare il servizio e ci auguriamo che arrivi anche un ripensamento da parte dell’azienda su questa decisione, affinché si ridefinisca una traiettoria che, se confermata, priverebbe tante cittadine e tante cittadini di un servizio fondamentale».
Gli uffici postali al centro della battaglia sono quelli di via Nizza 88, via Guicciardini 28, via Verres 1/A, corso Casale 196 e via alla Parrocchia 3/A. A questi, in Piemonte, se ne aggiungono altri due a Novara. Per salvarli si sono mossi anche i sindacati: Slc Cgil Piemonte, Cgil Torino e Spi Torino hanno inviato una lettera addirittura al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sottolineare le gravi conseguenze che la chiusura avrà sulle comunità locali. Gli uffici postali, si legge nella lettera, «non sono meri luoghi di erogazione di servizi, ma rappresentano presìdi di legalità, spazi di prossimità sociale e riferimenti essenziali, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione, quali anziani, persone con disabilità e cittadini che vivono in aree periferiche o svantaggiate».
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