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Il Comune ricorre al Tar Piemonte per salvare i 5 uffici postali condannati alla chiusura

La giunta comunale ha dato il via libera al ricorso contro la decisione di Poste

Il Comune ricorre al Tar Piemonte per salvare i 5 uffici postali condannati alla chiusura

Il Comune ricorre al Tar Piemonte per salvare i 5 uffici postali condannati alla chiusura

Non sono ancora del tutto spente le speranze di salvare gli uffici postali di Torino “condannati” alla chiusura dalle Poste. Il Comune ha deciso di non accettare supinamente la decisione e di opporsi alla chiusura in maniera concreta.

La Città di Torino ha infatti annunciato l’intenzione di ricorrere al Tar del Piemonte contro la preannunciata chiusura di 5 uffici postali sul territorio cittadino. L’autorizzazione ad avviare il procedimento è stata data oggi dalla giunta comunale.

La decisione di Poste, comunicata a metà ottobre, rientra nel Piano Strategico 2024-2028 ed era stata contestata fin dall’inizio dall’amministrazione civica che aveva sollecitato l’azienda a un ripensamento. In una lettera ai vertici di Poste Italiane il sindaco Stefano Lo Russo aveva sottolineato che il provvedimento di chiusura avrebbe avuto «effetti negativi per le fasce più deboli della popolazione». Contro le chiusure si erano mobilitati anche i sindacati. La richiesta di rivedere la decisione, ribadita anche in un incontro nelle scorse settimane, non ha però avuto effetti e la Città ha quindi deciso di ricorrere in giudizio per «tutelare gli interessi dei cittadini».

Alle richieste del Comune, si associa anche la Regione, che ha anche avanzato una proposta alternativa: «Anche se la Regione non ha competenze dirette, abbiamo chiesto e ottenuto un tavolo di confronto, svoltosi lo scorso 29 novembre, con Poste Italiane, proponendo una riduzione degli orari di apertura anziché la chiusura degli uffici - ha spiegato oggi l’assessore regionale agli Enti locali Enrico Bussalino, rispondendo all’interrogazione di Domenico Rossi (Pd) -. Davanti alla conferma dell’intento di razionalizzare, come previsto dal piano nazionale, abbiamo chiesto soluzioni alternative che possano conciliare le esigenze aziendali con quelle dei cittadini, come la creazione di punti di riferimento nelle zone interessate dalle chiusure, per garantire la continuità di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette e il prelievo di contante».

Gli uffici “condannati” e che in teoria chiuderanno il prossimo 16 dicembre (resta da capire se Poste sospenderà la decisione in attesa della pronuncia del Tar) sono quelli di via Nizza 88, via Guicciardini 28, via Verres 1/A, corso Casale 196 e via alla Parrocchia 3/A. A questi, in Piemonte, se ne aggiungono altri due a Novara.

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