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L'intervista

Cannavacciuolo e l'etica del lavoro: dal "aiutavo a lavare i piatti" al supporto psicologico ai dipendenti

Lo chef tristellato riflette sul sacrificio in cucina e sulle difficoltà nel mondo gastronomico

Tommaso Mazzanti, Cannavacciuolo e Joe Bastianich

Tommaso Mazzanti, Cannavacciuolo e Joe Bastianich

Antonino Cannavacciuolo, celebre chef e volto noto di Masterchef Italia, ha recentemente affrontato un tema delicato e spesso ignorato nel mondo della ristorazione: la salute mentale dei lavoratori. Durante un’intervista al podcast Millions di Joe Bastianich e Tommaso Mazzanti, Cannavacciuolo ha parlato del benessere dei suoi dipendenti, ma una scoperta interessante arriva al di fuori della conversazione: esplorando le sue offerte di lavoro, si scopre che nei ristoranti dello chef è previsto un benefit particolare. I dipendenti possono usufruire di 10 sessioni di supporto psicologico e coaching tramite il servizio Serenis. Una scelta che non fa che confermare la visione dello chef e il suo vero impegno verso la salute mentale dei lavoratori delle sue strutture, rispondendo alle difficoltà psicologiche e fisiche che molti addetti ai lavori affrontano quotidianamente e cercando di offrire loro un supporto in un ambito troppo spesso trascurato nel mondo della ristorazione.

Il sacrificio, infatti, è un tema ricorrente nel mondo della ristorazione. Cannavacciuolo, come molti altri chef, ha raccontato la propria gavetta: turni massacranti, giornate infinite, e una costante pressione per mantenere alti standard. Questa cultura del sacrificio, che permea il settore, è spesso vista come il fondamento del successo. Tuttavia, è anche una pratica che porta a condizioni di lavoro insostenibili, con un alto rischio per la salute psicologica e fisica dei lavoratori. Non è un segreto che il mondo della cucina sia dominato dalla disciplina ferrea e dalle dinamiche di potere che caratterizzano le brigate, dove ogni errore può costare caro.

Durante l’intervista, c'è stato spazio anche per qualche retroscena interessante. Joe Bastianich chiede a Cannavacciuolo com’è andato il suo esordio in televisione, quando lo chef si è unito a lui nella conduzione di Masterchef. Antonino, però, precisa subito un dettaglio importante: prima di approdare al talent culinario, era già stato protagonista di Cucine da Incubo, un programma che lo aveva visto in onda per diverso tempo.

Cannavacciuolo racconta che, pur riconoscendo l’importanza della televisione – come dicono i vecchi napoletani, “l’ha ditt a television” – inizialmente non aveva nessuna intenzione di farla. Quando lo avevano chiamato per la prima volta, prima ancora che il programma iniziasse, aveva risposto chiaramente: “No, non mi interessa”. Non era affatto convinto del progetto e, nonostante gli inviti insistenti a sentire l’offerta, aveva mantenuto il suo rifiuto. Se una cosa non mi interessa, non mi interessa e basta”, aveva spiegato. Un vero e proprio colpo per Joe Bastianich, che si era convinto di essere stato il primo a convincere Cannavacciuolo ad entrare nel programma. La sua reazione arriva prontamente, con un sorriso sarcastico: “Ah, quindi hai aspettato che lo rendessi famoso e poi sei arrivato quando avevo già fatto tutto!

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