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il processo

Il baby killer a giudizio immediato: a marzo una 22enne uccisa nella chiesa sconsacrata

Sohaib Teima, il ventunenne di Fermo, si trova attualmente rinchiuso nel carcere delle Vallette di Torino

La chiesa dov'è stata trovata Auriane e, a destra, Sohaib Teima

La chiesa dov'è stata trovata Auriane e, a destra, Sohaib Teima

La procura di Aosta ha chiesto il giudizio immediato per Sohaib Teima, il ventunenne di Fermo, attualmente nel carcere delle Vallette di Torino, gravemente indiziato di aver ucciso con un'arma da taglio alla fine del marzo scorso la sua compagna, Auriane Nathalie Laisne, di Lione, un anno più grande di lui, all'interno di una chiesetta diroccata a La Salle, in Valle d'Aosta. Il giovane, arrestato in Francia e estradato in Italia il 18 novembre scorso, ha sempre respinto tutte le accuse: «Sono innocente, non l'ho uccisa io», ha detto ai suoi legali. Il ventunenne è indagato per omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto che era legato sentimentalmente alla vittima, e per occultamento di cadavere, aggravato dal fatto che con questo gesto, secondo la procura di Aosta, mirava a garantirsi l'impunità.

La sua compagna era stata ritrovata in una chiesetta abbandonata di frazione Equilivaz, sopra La Salle, in Valle d’Aosta. Il presunto killer è stato estradato dalla Francia e si trova ora nel carcere Lorusso e Cutugno. L'estradizione di Sohaib Teima è stata autorizzata il 2 maggio dalla Chambre d'instruction della Corte d'appello di Grenoble. Per poterla eseguire si è dovuto attendere però l'iter del procedimento penale francese, per maltrattamenti ai danni della stessa Auriane: il 13 novembre, in secondo grado, è stata confermata la condanna di Sohaib Teima a sei mesi di reclusione. Pena che in Francia il ragazzo accusato dell’omicidio ha già scontato sotto forma di custodia cautelare in carcere. Sohaib Teima, difeso dagli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, ha però sempre respinto le accuse. Teima aveva infatti un’accusa per atti di violenza domestica proprio nei confronti della 22enne poi trovata morta. Pochi giorni prima del delitto, era stato fermato al traforo del Monte Bianco per un controllo di routine. In quell’occasione, era in compagnia della vittima. Per la procura di Aosta, l’omicidio è stato determinato da motivi di possesso e di annullamento della volontà della vittima. Nessun raptus, gelosia o passione, ma un assassinio tipico di una manifestazione di potere nei confronti della ragazza.

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