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12 Febbraio 2025 - 12:30
"Si vuole organizzare una missione di bombardamento con partenza da portaerei nel Golfo Persico e obiettivo Iraq-Siria a 1900 km di distanza". Un esame del Politecnico di Torino ha suscitato un acceso dibattito tra studenti e docenti per il suo scenario ambientato in un contesto di guerra. Il compito, che fa parte del corso di "Progettazione di veicoli aerospaziali" del secondo anno della laurea magistrale in ingegneria aerospaziale, chiede agli studenti di organizzare un bombardamento tra la Siria e l'Iraq, studiando gli effetti aerodinamici dopo lo sgancio degli ordigni o nel caso in cui l’aereo venga colpito. Il testo, che fa parte di un appello del 2021 riproposto recentemente, descrive una missione di bombardamento con partenza da una portaerei nel Golfo Persico, diretta verso un obiettivo situato a 1900 km di distanza, tra i confini tra i due paesi mediorientali.
A sollevare la questione sono stati alcuni studenti di origine mediorientale, preoccupati per l’impatto emotivo che un tale scenario può avere su chi ha familiari o amici nelle zone conflittuali. La proposta di un esame che ruota attorno a temi di guerra è stata accusata di essere insensibile e di danneggiare l'immagine del Politecnico di Torino.
Un documento firmato da una decina di studenti, tra cui rappresentanti del corpo studentesco, e da alcuni professori, sarà presentato al Senato Accademico in occasione della prossima riunione. Nel testo, gli autori chiedono una moratoria sull'uso di testi d'esame che trattano argomenti legati alla guerra, sollecitando una revisione del materiale didattico per rispetto delle sensibilità di chi proviene da paesi in conflitto: "Questi riprovevoli eventi hanno evidenziato che il grande impegno del nostro ateneo sul tema dell'etica della ricerca, sebbene considerevole, non copre ancora tutti gli aspetti. Pertanto, chiediamo di inserire quanto prima il tema dell'etica della didattica all'ordine del giorno di una seduta del Senato Accademico, al fine di poter approfondire tale questione e soprattutto trovare delle adeguate soluzioni".
"Non è difficile immaginare con quale stato d’animo la comunità studentesca, in particolare coloro che hanno familiari e amicizie in quei territori, possa aver affrontato l'esame", proseguono i firmatari. Inoltre, si sottolinea il "grave danno d'immagine" che l’ateneo subisce nel proporre contenuti che richiamano a bombardamenti e azioni belliche.
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