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LA STORIA

Il fotografo del rock la violenta e patteggia: “Per il pm fatto lieve”

Parla la ragazza che posava come modella: “Ero sdraiata e lui in piedi sopra di me a scattare foto. Ha detto che era eccitato e si è abbassato gli slip”

Il fotografo del rock la violenta e patteggia: “Per il pm fatto lieve”

Il fotografo del rock la violenta e patteggia: “Per il pm fatto lieve”

«Mi stava fotografando: io, sdraiata su un divano, lui, in piedi sopra il divano. Ha detto che non ce la faceva più. Era troppo eccitato, doveva sbottonarsi i pantaloni. Lo ha fatto. Poi li ha tirati giù, insieme agli slip».


I fatti nel 2023
La chiameremo Aurora, per proteggere la sua identità. Aurora, come la protagonista di una celebre canzone dei Subsonica, non a caso, come spiegheremo a breve. Ma mentre la suddetta Aurora “sogna”, la donna che abbiamo intervistato si è ritrovata in un incubo. È maggio del 2023, Aurora riceve una proposta da parte di un fotografo che conosce da tanti anni «siamo cresciuti insieme, in un paesino di provincia». E il dramma che ci racconta si consuma proprio in quel paesino, dove il fotografo la invita, a casa sua, per una sessione di ritrattistica.
Le molestie
«È entrato mentre mi stavo cambiando, in bagno. Come nulla fosse. Poi poco dopo mi ha toccato il seno e il sedere. È stato un attimo, e quando gli ho chiesto cosa stesse facendo ha minimizzato, ricordandomi che siamo cresciuti insieme, come se io stessi esagerando a prendermela per quel gesto. Infine, mi ha chiesto di togliere le mutande: ero in posa, con una camicia da uomo, diceva che le mie mutandine si sarebbero intraviste». Aurora aveva concordato, niente immagini di nudo. «Lui era lì sopra di me e io, là sotto, avevo paura. Ho cercato di sdrammatizzare, di non indispettirlo, volevo solo andarmene». Ma non è tutto. Mentre Aurora torna a casa, lui le scrive: «Non riesco a non pensarti», poi le manda una sua foto, parecchio intima, il suo pene in primo piano in erezione «Sei andata via, lui (riferito al suo organo genitale) è partito per la direttissima. a saperlo, mi seg**o».



La denuncia
Aurora è spaesata. Sa che il fotografo è fidanzato, contatta la ragazza che, appreso ciò che è successo, lo lascia. E poi va dai carabinieri e lo denuncia. Il 18 febbraio si è chiuso il processo. «Dieci mesi di carcere, ma pena sospesa». Non un giorno di galera. Il patteggiamento di 2mila euro che andranno a un’associazione anti-violenza, come voleva Aurora. «È il fotografo di tanti cantanti famosi, tra cui i Subsonica». Band torinese che Aurora segue da decenni, non perde(va) un loro concerto. Il fotografo sempre lì. sotto palco. Il suo portfolio vede immortalati i componenti della band in diverse occasioni. «Anche il giorno del set fotografico lui era con un componente della band, prima che ci incontrassimo» ci racconta mostrandoci uno screenshot.
Le voci circolano
Torino è piccola, Aurora è popolare nel panorama dei locali, il fotografo pure e così la voce inizia a girare: mandano a Vicio, al secolo Luca Vicini, bassista dei Subsonica, una copia dell’articolo, pubblicato subito dopo la sentenza, via mail. «Brutta storia, pure poco vera» risponde il musicista. Parentesi, i componenti della band conoscono Aurora. «Nessuno di loro mi ha chiesto nulla, né la mia versione, né di parlare di cosa accaduto. Nessun messaggio di solidarietà»
A scorrere lo storico dei post sui social dei Subsonica, la band ha preso recentemente parte a un evento benefico il cui scopo pare fosse sostenere un’associazione che si batte proprio per i diritti delle donne.


L’avvocato del
fotografo: «Storia chiusa, troppa
risonanza mediatica»
Contattiamo l’avvocato del fotografo, Marco Latella: «Volevamo chiudere la partita, il caso sta prendendo una piega troppo mediatica, abbiamo patteggiato per finirla lì. Sottolineo che la sentenza ha derubricato il reato da violenza sessuale a violenza sessuale lieve, è un pm che ne ha riconosciuto l’entità». I messaggi dopo il set fotografico? «Avevano confidenza». La foto del pene? «Un atto di basso profilo». Latella sostiene che Aurora avrebbe deriso il fotografo creando un meme (un contenuto digitale, spesso umoristico, che si diffonde rapidamente attraverso internet) dove lo derideva: un meme che aveva come immagine principale il pene del suo assistito. «Non c’è nella chat, lo so. Le conversazioni potrebbero essere state alterate, verosimilmente alcuni fotogrammi e messaggi potrebbero essere stati eliminati. Il mio assistito ha riconosciuto il suo errore, sta pagando. Sottolineo, Aurora non si è costituita parte civile». E infine conclude: «La violenza sessuale è un reato grave, Aurora non ha chiesto un risarcimento. Come se non vi fosse stato un danno». Ma Aurora ha chiesto 2000 euro, da donare a un’associazione contro la violenza «perché non voglio un centesimo da questa brutta storia» ha spiegato. L’avvocato ribatte «se fosse stata danneggiata, avrebbe chiesto un lecito risarcimento per se stessa». E sul meme? «Mai fatto meme, l’unica persona a cui ho inoltrato le foto del pene del fotografo è la sua (ex) ragazza, come prova di ciò che le stavo raccontando. Durante le indagini consegnai il cellulare ai carabinieri, non è mai stato trovato nessun meme». Latella teme una ritorsione mediatica verso il suo assistito: «Se gli succedesse qualcosa, sapremmo dove cercare le cause. È una storia finita, basta con la caccia all’orco». Aurora ha la voce che trema mentre ne parla, le occhiaie di chi la sera prima non ha dormito, sapendo che si sarebbe ritrovata per l’ennesima volta a parlare di questa brutta storia, stavolta  a mezzo stampa, con il volto coperto perchè non ha ancora avuto il coraggio di dirlo ai suoi genitori. Come dir loro cosa è accaduto, senza ferirli «perchè quel ragazzo ha frequentato casa mia per anni, quando eravamo piccoli. Io voglio raccontare cosa è successo perchè non vorrei che altre ragazze si trovino in una situazione simile, magari attratte dal fatto che questo soggetto prometta mari e monti, grazie alle sue conoscenze nel panorama musicale». Aurora cercherà di lasciarsi alle spalle tutto, non ha mai smesso di lavorare in questo periodo difficile, il passo svelto, la testa alta e il “Cielo su Torino che sembra muoversi al suo fianco”.

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