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IL CASO

500 dipendenti di Città della Salute passano ad Azienda Zero: c'è la firma di Schael

"Non si può decidere il destino di chi garantisce l'emergenza-urgenza con una semplice delibera"

500 dipendenti di Città della Salute passano ad Azienda Zero: c'è la firma di Schael

E' polemica per la nuova delibera del commissario di Città della Salute, Thomas Schael. Un fulmine a ciel sereno per circa 500 operatori sanitari del servizio di emergenza-urgenza 118 e NUE 112: il loro trasferimento sotto la gestione di Azienda Zero ha scatenato reazioni forti e preoccupazioni. A denunciare questa decisione è il Nursing Up Piemonte, che attraverso il suo segretario regionale, Claudio Delli Carri, sottolinea la gravità di un’azione imposta dall’alto, senza il necessario dialogo con i sindacati e i professionisti coinvolti. La delibera della Città della Salute e della Scienza di Torino, che prevede il passaggio del personale a Azienda Zero a partire dal 1° giugno 2025, insieme alla cessione dei beni strumentali, solleva molteplici interrogativi. Non vengono infatti forniti dettagli sulle prospettive contrattuali ed economiche per gli operatori sanitari né sulle modalità di riorganizzazione del servizio di emergenza-urgenza.

Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, interviene con toni decisi: “Non si può decidere il destino di chi garantisce l’emergenza-urgenza con una semplice delibera. Senza una strategia chiara e condivisa, si rischia di creare instabilità, incertezza e di compromettere la qualità del servizio. Fintanto che si tratta di applicare regolamenti già definiti, per quanto i metodi siano discutibili, si può ancora tollerare. Ma in questo caso siamo di fronte a una decisione autonoma che impone un confronto immediato”, afferma Delli Carri, richiedendo la sospensione immediata della delibera e l’apertura di un tavolo di confronto urgente. Per gli operatori sanitari coinvolti, il passaggio sotto Azienda Zero non è solo una questione burocratica: si tratta del futuro professionale e delle condizioni di lavoro di chi ogni giorno si trova in prima linea nell’emergenza sanitaria. Le incertezze riguardanti le condizioni economiche e contrattuali, e la possibilità di una riorganizzazione che possa compromettere la qualità dei servizi, sollevano preoccupazioni.

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