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VITA DELLA CITTà

Torino premia 157 negozi “epici”: il cuore della città batte nelle botteghe di quartiere

«I consumi hanno bisogno di fiducia per riprendersi». Con l’Albo EPIC, il Comune celebra le imprese familiari che tengono viva l’identità torinese

Torino premia 157 negozi “epici”: il cuore della città batte nelle botteghe di quartiere

La cerimonia al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino

«I consumi hanno bisogno di fiducia per riprendersi». È questa la frase dell’assessore al Commercio e ai Mercati Paolo Chiavarino che ha fatto da filo conduttore alla cerimonia tenutasi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, gremito da oltre 580 persone, per il riconoscimento ufficiale delle imprese EPIC - Esercizi di Prossimità di Interesse Collettivo. In un’epoca segnata da crisi economiche, trasformazioni urbane e concorrenza digitale, sono proprio i negozi di quartiere, quelli “di padre in figlio”, a mantenere viva la parte più umana e concreta della città.

Sono ben 157 insegne torinesi, di cui 140 sostenute da Ascom, che entrano a far parte del primo Albo EPIC, istituito dal Comune di Torino in sinergia con Ascom, Camera di Commercio e Soprintendenza. «Oggi abbiamo visto soprattutto entusiasmo, speranza e consapevolezza negli occhi dei tantissimi imprenditori che sono venuti a ricevere il riconoscimento di Impresa EPIC», ha dichiarato Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia. «Entusiasmo per essere i primi ad entrare nell’albo, speranza per un futuro che li veda nuovamente protagonisti dello sviluppo cittadino, e consapevolezza del valore e del ruolo sociale che portano nelle comunità e nei quartieri».

Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia

È un riconoscimento che guarda al passato ma proietta nel futuro. Premia i negozi storici, certo, ma anche quelli innovativi, quelli che si sono reinventati dopo la pandemia, quelli che resistono all'assalto dell’e-commerce grazie alla passione, all’ingegno e a un senso del sacrificio quotidiano che appartiene a chi ha scelto il commercio come vocazione.

Torino non dimentica chi, con coraggio, ha saputo resistere alle ondate della crisi, trasformando la propria attività per stare dentro i cambiamenti. Il presidente di Confesercenti Piemonte, Giancarlo Banchieri, ha sottolineato proprio questo: «Viviamo un’epoca di innovazione veloce, a volte difficile da comprendere, ma è nella passione che si trova la risposta».

Nel Conservatorio Giuseppe Verdi si è celebrato non solo un traguardo, ma un patto collettivo: quello che lega famiglie di commercianti, generazioni a confronto, storie che affondano le radici nei decenni. Una Torino fatta di botteghe, caffè storici, librerie, panetterie, sartorie. «È nostro dovere sostenerle – ha aggiunto la presidente Coppa – partendo dai Distretti del Commercio e attraverso iniziative come Epic, Torino Compra Vicino e Torino Riflessa».

Il sindaco Stefano Lo Russo ha parlato di una città che sa cambiare pelle, ma non perde l’anima. «I commercianti sono gli ambasciatori della nostra Torino», ha affermato e aggiunge «Torino è una città che sta cercando di rigenerarsi, stiamo investendo con coraggio grazie al PNRR e siamo quasi gli unici in Italia a rispettarne le scadenze. Quando c’è un gesto di fiducia, questo viene ripagato». Una città che punta sul turismo - che oggi vive una stagione di crescita inaspettata - per ridare slancio anche ai quartieri più decentrati, grazie a una guida EPIC che racconta storie di famiglie, botteghe e passioni

L’assessore al Commercio e ai Mercati Paolo Chiavarino ha sottolineato il valore delle imprese familiari come pilastro su cui si fonda la costruzione della Torino di domani, dove tradizione e innovazione possono convivere. «I consumi hanno bisogno di fiducia per riprendersi»- ha dichiarato- evidenziando come la crisi del commercio, tra difficoltà economiche e sfide digitali, richieda risposte concrete e radicate nel territorio. «Negli ultimi anni abbiamo perso 2.300 negozi -ha ricordato- e questa iniziativa serve proprio a promuovere il commercio di prossimità, in particolare nelle aree più fragili della città. Abbiamo a disposizione un milione di euro, grazie al progetto Metro Plus, che sarà erogato nei prossimi mesi». E Torino, racconta proprio questa storia fatta di legami, lavoro e fiducia. Torino si racconta così: attraverso le sue voci più silenziose, ma più resistenti. Quelle dei commercianti che, ogni mattina, alzano la serranda e aprono una finestra sulla città che vogliono costruire. Una città fatta di lavoro, fiducia e futuro.

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