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CIRCOSCRIZIONE 7
03 Aprile 2025 - 07:00
«Non chiamatele babygang: la criminalità è un sintomo». Comincia così Paolo Angeletti, il presidente di EducaDora ets, associazione in via Cecchi che si occupa di bambini, adulti e giovani. Ed è proprio di adolescenti e giovani che parla Paolo «Aurora e Barriera di Milano sono quartieri che vedono spesso una narrazione legata a fenomeni che riguardano minori e criminalità: qui abbiamo diversi ragazzi di Torino nord. Analizzando le situazioni che li riguardano, ci sono difficoltà legate all’integrazione e di accesso ai servizi. Il Covid, la crisi economica, hanno dato un’altra mazzata.
Paolo Angeletti
La maggior parte di loro sono italiani di seconda generazione. E spesso diventano prede per le organizzazioni criminali» continua Paolo. Perché questi giovani (tra i 16 e i 25 anni) hanno fame. Fame di soldi, di sostanze. «La rabbia tra i giovani sta aumentando. E loro pensano “se mi identificano come un criminale, allora tanto vale esserlo” ecco cosa pensano. Nel quotidiano qui cerchiamo di costruire modi diversi per vivere in comunità, ed è un lavoro che deve essere parallelo alla riduzione della disuguaglianza. Non è un dato equivocabile, è oggettivo. Nessuno vuole ignorare le violenze, e queste sono un problema, ma non possiamo delegare tutto alle forze dell’ordine e ridurre il problema a una questione sicuritaria». E tanti giovani di cui parla Paolo il carcere lo conoscono già «molti sono stati al Ferrante. Ma chi commette reati, mette in conto di passare del tempo in carcere». Paolo spiega che per tanto alcune “abitudini” illegali, come lo spaccio, sono fonti di sostentamento.
Gli spazi esterni di EducaDora
E allora che si fa? «Io credo che non si possa scappare da un piano coordinato. Azioni su diversi tronconi, riuscire a migliorare e potenziare le risposte alle emergenze. Ridurre il carico di peso sulle persone, e così diventa più facile lavorare con esse. I servizi sociali sono oberati. Dobbiamo avere un potenziamento delle strutture di servizi, cambiamenti nel quartiere ci sono. Prendere precauzioni affinché questi interventi però non creino gentrificazione nel quartiere: inutile che si spostino da un luogo a un altro, magari per un valore immobiliare che sale e che vede aumentare i canoni di locazione». Se la criminalità e la devianza sarebbero quindi il risultato di vite che sono state segnate da mancanze economiche, carenze affettive, difficoltà culturali e drammi sociali, resta un interrogativo: togliere per punire condotte illegali o dare per guarire esistenze manchevoli: dove sta il giusto termine?
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