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le motivazioni
08 Aprile 2025 - 21:35
Alex Cotoia con la madre, Maria Cotoia
Alex Cotoia ha ucciso il padre con 34 coltellate non per "odio, frustrazione o rabbia", ma perché "si è difeso fino a quando ha constatato che era inerme e non costituiva più un pericolo". Lo scrive la Corte di assise di appello di Torino nelle motivazioni con cui ha assolto il ragazzo dall'accusa di omicidio volontario per la morte dei genitore, Giuseppe Pompa, avvenuta a Collegno il 30 aprile 2020.
Per i giudici, quella di Alex Cotoia è stata legittima difesa putativa. Alex era intervenuto in favore della mamma nel corso dell'ennesimo litigio in "un contesto a dir poco drammatico". Giuseppe Pompa è stato descritto come una persona in preda a una "gelosia patologica" e ad un "insopprimibile desiderio di imporsi sui familiari". Il clima nell'appartamento di Collegno era ormai da tempo quello di "una pesantissima sopraffazione del marito nei confronti della moglie" e, quella sera, l'uomo sembrava in preda a una rabbia ormai "incontrollabile". "Anche a voler ritenere che Alex - così i giudici - abbia agito nella erronea convinzione che il padre intendesse armarsi di un coltello e, per questa ragione, lo abbia affrontato, ci sono elementi concreti e idonei a indurre nell'imputato la ragionevole persuasione di trovarsi in pericolo". Quindi "è possibile ritenere integrati gli elementi della legittima difesa putativa".
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