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La storia

Roberto, 53 anni, senzatetto. "Voglio fare una vita giusta"

Ha perso la casa sei mesi fa, ora cerca un lavoro per riavere la sua indipendenza

Roberto, 53 anni, senzatetto. "Voglio fare una vita giusta"

Roberto, 53 anni

Ha fatto il lavapiatti, il corriere, e il badante. Poi, dopo la fine di un rapporto sentimentale problematico ha perso la sua casa. Ma dopo aver chiuso quella porta Roberto, 53 anni, non si è più guardato indietro. Adesso si trova a vivere per strada ma, citando le sue stesse parole, vorrebbe solo "fare una vita giusta".

L'umiliazione derivata da una relazione che andava sempre peggio lo ha portato a decidere di allontanarsi, per evitare che la situazione prendesse una piega peggiore. Solo una delle tante testimonianze che provano come per finire in strada basti un evento avverso, e che la via per uscirvi sia molto più ripida e impervia di quella per entrare. Dopo aver lasciato un contesto per lui così deleterio, ha dovuto pensare a come affrontare la vita in strada. Le prime questioni, prevedibilmente, sono state la ricerca di un posto dove dormire e cibo da mangiare. Per farlo, si è affidato all'aiuto di altri. Inizialmente è stato ospitato dalla sorella, mentre attendeva risposte dai dormitori in cui si era recato. Poi, sono iniziate ad arrivare le prime buone notizie. Per chi deve trovare un modo di sopravvivere senza una casa, sapere dove recarsi è fondamentale. Infatti, Roberto è riuscito ad assicurarsi un posto per dormire dopo sole due settimane dalla perdita della sua abitazione, e ci si reca ormai da sei mesi. Un epilogo positivo perché, come dice lui stesso, "di notte può succedere qualsiasi cosa"

Quella che viene solitamente descritta come una vita solitaria, però, è invece spesso trascorsa in compagnia. Ci raccontano Roberto e Andrea, protagonista di un precedente articolo, che aiutarsi a vicenda è prassi. Tuttavia, come ci si poteva aspettare, non tutti vanno d'accordo. Andrea ricorda infatti come molte persone con cui ha stretto legami gli siano piaciute "a pelle", mentre Roberto preme molto sul tema della fiducia. Le esperienze passate di ognuno, anche in questo caso, influenzano il modo di rapportarsi con gli altri, e quanto siano a proprio agio ad aprirsi. Le informazioni e gli aiuti scambiati con chi vive la stessa situazione, comunque, sono una risorsa estremamente preziosa.

"Per mangiare ringrazio le mense", racconta Roberto, che per sopravvivere ha dovuto appoggiarsi agli aiuti forniti da persone e istituzioni. Una vita di carità, che però non vorrebbe condurre. Infatti, è da parecchi anni senza lavoro e si è dovuto aggiustare con occupazioni temporanee per tirare su qualche soldo. Nonostante le avversità, non ha mai smesso di cercare di migliorare la sua condizione. Roberto spiega come stare fermo tutto il giorno non gli porti alcuna soddisfazione o prospetto, e che vorrebbe avere un lavoro e una casa per poter rimettere la sua vita in riga. Sa bene quali sono i comportamenti che possono portare al peggioramento della sua situazione, e li evita rigorosamente. Infatti, Roberto non ha dipendenze, nemmeno l'alcol. In dormitorio si impegna ad essere educato e rispettare le regole che gli sono state spiegate, ed è radicato in lui l'ideale di comportarsi bene. La sua motivazione sono le sue figlie, e ricorda con nostalgia i momenti in cui passava molto tempo con loro. Per loro e per se stesso vorrebbe "sistemarsi", risolvere la sua situazione e ottenere finalmente indipendenza. Per questo ora è fondamentale per lui ottenere un lavoro, e si dichiara disponibile da subito, pronto a spostarsi se fosse necessario e a svolgere qualsiasi tipo di occupazione. "Io lavori non ne ho rifiutati mai", dice sorridendo.

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