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LA STORIA
16 Aprile 2025 - 05:31
Cinque mesi fuori, a vivere in strada. È la storia di Andrea, 56enne italiano che nelle ultime settimane ha trovato rifugio in una vecchia bocciofila abbandonata in zona Pozzo Strada: dorme su un tavolo di legno dove ha poggiato un sacco a pelo ed alcune coperte. «Prima vivevo dentro uno sportello bancomat». Andrea si presenta puntuale all’appuntamento con noi. Pulito, curato, educato. “Al mattino vado a lavarmi in ospedale. Io vorrei trovare un lavoro, non sono giovanissimo e non devo lasciarmi andare se spero che qualcuno mi apra la porta” racconta. Una storia come tante: un lavoro nel settore della ristorazione, come libero professionista, il Covid, la crisi: perde la casa e va a stare a Rimini in un appartamento della sua famiglia, ma alla fine dello scorso anno deve lasciarlo perché sua sorella ha deciso di venderlo. Così torna a Torino: ma la sua residenza è ancora a Bruino e comincia una trafila burocratica per cambiare indirizzo e poter esser assistito dalle realtà del capoluogo - non competenti nell’area che vede la provincia. Non riesce a trovare un posto in dormitorio. Forse perché la sua è una situazione oggettivamente difficile ma non al limite. Lui non beve, non fa uso di sostanze stupefacenti, ha un temperamento molto calmo ed è una persona estremamente educata e rispettosa. Cerca di arrangiarsi con qualche lavoretto precario: a chiamata, che però gli permettono di procurarsi lo strettissimo necessario. Ma non sempre riesce. «Ho un figlio di quasi 17 anni. Ma non vuole parlarmi. Però io voglio risollevarmi, per lui, per me. Vorrei solo trovare un lavoro e poter prendere una casa dove vivere dignitosamente». Perché Andrea in questa situazione si sente tanto a disagio. E qualche giorno fa, gli è anche stato rubato il cellulare, unico mezzo che utilizzava per poter cercare qualche lavoretto «mi rendo conto che un telefonino a buon mercato si trova a 60 euro, ma non ho nemmeno quelli».
Nel frattempo, la questione bocciofila occupata (non ci vive solo Andrea, ma anche altri senzatetto) è diventata un problema anche nel quartiere. Pochi giorni fa infatti alcuni residenti segnalavano - facendo chiudere - l’area cani adiacente. Il motivo? Bocconi avvelenati. E a sentire loro, erano stati proprio gli occupanti della bocciofila. Che però rinnegano ogni responsabilità. Intanto alcuni ragazzini - probabilmente minorenni - sono andati a tirare delle pietre contro la porta della bocciofila, mandando un vetro in frantumi. «Sulla bocciofila ho presentato diverse interpellanze» spiega il consigliere della Circoscrizione 3, Stefano Bolognesi «è vuota dal 2019, nessun bando è andato a buon fine. Ma non mi hanno mai permesso di svolgere un sopralluogo ufficiale» conclude.
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