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La banca sfratta e condanna alla chiusura il supermercato di quartiere. Un sit-in per salvarlo

Dipendenti e clienti si sono dati appuntamento questa mattina in via San Quintino: «La Banca d'Italia cambi idea o conceda almeno una proroga»

La banca sfratta e condanna alla chiusura il supermercato di quartiere. Un sit-in per salvarlo

La banca sfratta e condanna alla chiusura il supermercato di quartiere. Un sit-in per salvarlo

Pasqua amara per i dipendenti e i clienti del Crai di via San Quintino 5 di Torino, a pochi passi da corso Re Umberto, che questa mattina si sono dati appuntamento davanti  al supermercato per un sit-in organizzato nel tentativo di salvare il punto vendita da uno sfratto ormai imminente.

Questa mattina decine di persone, tra dipendenti e clienti, si sono radunate in via San Quintino per chiedere alla Banca d'Italia, proprietaria dei muri, di non sfrattare il supermercato Crai, uno dei pochi punti vendita di questo tipo aperti in zona. Un tentativo di difficile riuscita, visto che i tempi sono ormai strettissimi: il supermercato deve lasciare i locali a fine aprile e oggi avrebbe dovuto essere l'ultimo giorno di apertura «ma cercheremo di prolungare ancora fino a mercoledì - hanno annunciato gli organizzatori della manifestazione -, nella speranza di trovare un accordo». E così, tra le lacrime di qualche dipendente, tutti si sono uniti per cercare di ottenere il ritiro dello sfratto o, almeno, una proroga fino a quando non si troverà una sede alternativa.

Le lacrime di una delle dipendenti che rischia di perdere il posto di lavoro

«Il problema - spiega Daniele Bianco, responsabile del supermercato insieme a Matteo Zucchelli - secondo quanto ci è stato riferito nasce da una bega di condominio, un contenzioso per l'utilizzo del cortile. E' incredibile che per una cosa simile si voglia chiudere un supermercato aperto da 18 anni e mettere in difficoltà i clienti, che perderebbero un punto di riferimento nel quartiere, e i dipendenti». Sono 9, compreso il gestore della macelleria, le persone che a breve rischiano di trovarsi senza un posto di lavoro e tra loro, solo i dipendenti a tempo indeterminato saranno riassorbiti in altri punti vendita della catena. Per gli altri, si prospetta la disoccupazione. «Chiediamo alla Banca d'Italia - continua Daniele Bianco - o di cambiare idea e prolungare l'affitto o almeno di darci il tempo di trovare un'altra sede». Un'idea in tal senso ci sarebbe, un locale vuoto in corso Matteotti, ma ovviamente serve tempo prima per intavolare una trattativa e poi, in caso di successo, per i lavori e il trasloco.

Alla manifestazione hanno preso parte, tra gli altri, anche i consiglieri comunali Pierino Crema (Pd) e Pierlucio Firrao di Torino Bellissima: «I negozi di prossimità - spiega Pierlucio Firrao -sono la linfa vitale dei quartieri, luoghi di incontro per le persone residenti. Le istituzioni devono collaborare per poter mantenere aperte le serrande delle attività commerciali, e la Banca di Italia deve fare la sua parte».

Da sinistra, Daniele Bianco e Matteo Zucchelli

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