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BOOK MOB

Un libro per una rosa: i librai "armati" scendono in piazza

In Italia si legge sempre meno e le librerie continuano a chiudere

Un libro per una rosa: i librai "armati" scendono in piazza

I librai torinesi scendono in piazza: "armati" con un libro in mano, davanti al Comune di Torino, chiedono di essere riconosciuti e sostenuti in un momento difficile per molte librerie di quartiere.

Una manifestazione, definita "book mob", «non tanto per protestare, ma per dire "ci siamo anche noi" in questo momento di estrema difficoltà per delle realtà come le nostre noi tutti i giorni», spiega Andrea Bertelli, della libreria "La gang del pensiero" e presidente Sil-Confesercenti. «Noi tutti i giorni, tutto l'anno, con le librerie teniamo accesi dei pezzi di città. Siamo qua a ribadire la nostra importanza».

«Le librerie torinesi sono diminuite del 15,9%, da 132 a 111 - continua il presidente - in tutta la Regione, invece, siamo passati da 354 a 316».

Per accendere i riflettori sulla crisi del settore, non è stato scelto un giorno casuale: il 23 aprile, quando si celebra "San Giordi – Torino che legge". «Una tradizione che si cerca di portare anche qua a Torino», racconta Bertelli «Oggi per tutti coloro che acquisteranno nelle nostre librerie verrà donata una rosa».

«È una giornata di festa, e dunque data perfetta per unire librerie di territori diversi, che hanno aderito al Manifesto Comune per sostenere e raccontare chi ogni giorno mantiene viva la rete del libro e della cultura», racconta Stefani Beneditti, dell'Associazione Librai Italiani.

«Le motivazioni di questa crisi vanno ricercate su tantissimi fronti, sul dove passiamo il nostro tempo quotidianamente sul come acquistano dei libri la maggior parte delle persone. Noi puntiamo sulla presenza fisica delle nostre attività sul territorio», continua Bertelli.

«I dati rivelano che tendenzialmente a leggere è circa il 40% degli italiani, e si legge in media un libro all'anno. Anche se è difficile contabilizzare questo dato. Per la prima volta c'è un calo anche in paesi come la Francia e la Germania, non è di certo un bel segnale».

A incontrare i librai, l'assessore Paolo Chiavarino, che li ha "accolti" dicendo, in rappresentanza della Città di Torino: «Siamo consci di quanto voi asserite. Non siete soltanto negozi ma anche cultura e spazi di libertà». 

È stato aperto un tavolo con il Comune, per rinnovare il "Patto di lettura". «Io non posso che confermare il grande sforzo che l'Amministrazione sta facendo a sostegno dell'economia di prossimità - conferma l'assessore - I librai non trasferiscono solo al cittadino il senso del negozio ma sono luogo di incontro, cultura e integrazione un luogo sociale molto importante tanto più in un'era in cui c'è una parabola discendente dei lettori».

«La nostra missione è trovare nuovi lettori», conclude Andrea Bertelli.

INTERVISTA AD UN LETTORE

Salvatore Tonti, un lettore che ha aderito al Manifesto per salvaguardare lo spazio delle librerie. In mano un'opera di Henry Miller, intitolato "I libri della mia vita".
«In questo libro, c'è una riflessione interessante: più che dai libri, ha imparato dalle persone. Da quelle persone che lui chiama "persone libro". Una cosa importante soprattutto oggi. Il rapporto tra chi vende i libri e soprattutto chi li vende in una libreria indipendente, e chi li acquista non è soltanto un rapporto commerciale. Uno scambio di denaro. È una relazione umana, due vite che si incontrano: la vita chi ha scelto questa missione come mestiere e chi sceglie di leggere. Un incontro tra libri-persone, per dirla alla Miller».
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