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l'indagine

Molinette, dieci anni di conti truccati: 16 ex manager verso il processo

Chiesto il rinvio a giudizio per gli ex direttori generali e amministrativi. L'ammanco è di milioni di euro

Inchiesta sulla Città della Salute: sedici rinvii a giudizio per conti truccati

Inchiesta sulla Città della Salute: sedici rinvii a giudizio per conti truccati

Sedici ex dirigenti della Città della Salute sono a rischio processo con l'accusa di truffa e falso ideologico in atto pubblico. L'ampia indagine si concentra su un decennio di presunte irregolarità, tra cui ticket mai riscossi, risarcimenti non richiesti e bilanci manipolati, creando un ammanco di decine di milioni di euro. Un elemento centrale è la gestione delle attività in regime di intramoenia, utilizzata per alterare i rendiconti dell'azienda ospedaliera. Gli anni sotto scrutinio investigativo vanno dal 2013 al 2023. I pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Rizzo hanno concluso l'inchiesta che vedeva inizialmente coinvolte 25 persone.

Tra coloro che dovranno affrontare il processo figurano Giovanni La Valle, ex direttore generale della Città della Salute e attualmente direttore della Asl To3, nonché le ex direttrici amministrative Beatrice Borghese e Andreana Bossola, quest'ultima attualmente presidente della fondazione scientifica dell'Azienda ospedaliera Ordine Mauriziano. Sono altresì coinvolti gli ex direttori generali Silvio Falco e Gian Paolo Zanetta, quest'ultimo ora direttore dell'ospedale Cottolengo. Le posizioni dei tre componenti del collegio sindacale, che avevano approvato i bilanci del 2013 e 2014, sono state invece stralciate. Si tratta di Fabrizio Borasio, Lucia Scalzo e Pier Luigi Passoni, i quali, pur essendo in carica all'epoca, avevano presentato un esposto in procura. Nel loro documento si sottolineava il presunto "parziale disordine amministrativo e contabile, frutto di negligenze ed omissioni" che perdurava da anni in una delle più grandi strutture ospedaliere italiane. Si avvieranno verso l'archiviazione anche le posizioni dei due direttori sanitari, Lorenzo Angelone e Maurizio Dell'Acqua, e dell'ex direttore generale Angelo del Favero.

L'indagine, lunga e complessa, ha analizzato minuziosamente i conti sconclusionati di un decennio di attività sanitaria, scoprendo presunti ammanchi di quasi dieci milioni di euro nei conti della sanità pubblica della Città della Salute. Sono molti i crediti mai riscossi e ora non più recuperabili. Nonostante i bilanci apparissero regolari, la procura sostiene che non lo fossero. Gli indagati sono accusati di avere creato criticità, stratagemmi e sotterfugi per incrementare gli stipendi dei medici nei reparti e nelle loro attività private. La documentazione parla di "negligenze e omissioni" deliberate per alterare il rendiconto economico e operativo dell'azienda ospedaliera. L'ipotesi è che il danno erariale subito dalla Regione ammonti a sette milioni di euro.

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