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Gondrand, ripartono le demolizioni (ma dentro ci sono dieci abusivi)

Ruspe di nuovo in azione nello stabilimento di via Cigna. Ma dentro c'era qualche ospite indesiderato...

Le ruspe sono tornate in azione alla Gondrand

Le ruspe sono tornate in azione alla Gondrand

Uno stop che durava da Natale. Ma ieri mattina, in via Cigna sono tornate le ruspe. Riprendono i lavori all’ex Gondrand, il fabbricone abbandonato diventato “hotel dei disperati”. E i disperati, ieri, in via Cigna sono stati trovati eccome. Una decina, cacciati dalla polizia. Segno ulteriore che la presenza degli abusivi, anche dopo il maxi-sgombero del novembre 2023 e l’area cantierizzata nell’immediato, non si è mai fermata. Come testimoniato in questi anni dalle denunce dei residenti.

I cantieri “lumaca”
Lungaggini burocratiche. Questo ha impedito, dopo lo sgombero del 7 novembre 2023 che aveva dato il via alle prime demolizioni, la prosecuzione dei lavori alla Gondrand. I mezzi erano entrati subito in azione, ma si erano fermati pochi mesi dopo. Ripresi i lavori a Natale, c’era stato un secondo stop. Il caso della riqualificazione “lumaca” era stato portato in consiglio comunale da Andrea Russi (Cinque Stelle), ma l’assessore Paolo Mazzoleni aveva assicurato che i lavori sarebbero ripresi «anche se ci vorranno ancora tre anni per completare l’iter». «I cantieri proseguono, ci vorrà un mese per vedere la prima palazzina demolita. Il progetto? E’ complesso, fa parte di un piano unitario che comprende anche l’ex Carlin», fa sapere Luciano Mandiello di All Building 1 srl, proprietaria dell’area. Il futuro? Fabbricati ricettivi, commerciali e di somministrazione, per un’area che copre 16mila metri quadri.

«Ora basta degrado»
«Finalmente sono ripartiti i lavori. E’ fondamentale smantellare i ruderi che altrimenti rischiano di tornare ad essere occupati», a dichiararlo sono l’assessore regionale Maurizio Marrone e la capogruppo di Fdi in Circoscrizione 6 Verangela Marino che insieme al presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto chiedono la riqualificazione. «Ogni giorno in più che passa aumentano i soggetti che ritornano. L’unico modo per scongiurare il pericolo di una nuova occupazione - affermano - è l’abbattimento totale».

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