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L'iniziativa

Corso Unione Sovietica cambia nome (ma solo per una notte)

Dedica a Sergio Ramelli e appello al Comune: "Toponomastica da rivedere"

Corso Unione Sovietica cambia nome (ma solo per una notte)

Corso Unione Sovietica cambia nome e diventa corso Sergio Ramelli. Ma solo per una notte: l'iniziativa è Gioventù Nazionale Torino Sezione D'Annunzio, che hanno "incollato" le nuove targhe per ricordare il 50esimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso a colpi di chiave inglese nel 1975, sotto casa sua a Milano. "Un gesto di carattere simbolico per onorare la memoria di un giovane brutalmente assassinato per le proprie idee, vittima dell'odio ideologico che insanguinato gli anni di piombo" spiegano i portavoce di Gioventù Nazionale con una nota. Per poi aggiungere che la scelta del corso è tutt'altro che casuale: "Riteniamo inaccettabile che una delle principali arterie della nostra città porti ancora il nome di un regime responsabile di milioni di morti e repressioni. È tempo che Torino compia un atto di verità storica e morale, rimuovendo ogni residuo di celebrazione di un passato di morte e violenza".



"Con questa iniziativa intendiamo lanciare un messaggio chiaro: la memoria non può essere selettiva e la toponomastica cittadina deve riflettere valori di libertà, giustizia e rispetto per le vittime di ogni forma di violenza politica - concludono i portavoce - Invitiamo l’amministrazione comunale ad avviare un percorso di revisione della toponomastica, coinvolgendo storici, cittadini e associazioni, per restituire dignità a chi ha pagato con la vita la propria fede politica e per rimuovere ogni omaggio a un regime che per anni seminò oppressione e miseria".

La risposta del Comune

In merito alla dichiarazione di Avanguardia Nazionale, che accusa la Città di aver rimosso il manifesto per Sergio Ramelli - proprio nel giorno in cui ricorre il 50esimo anniversario della morte del giovane morto a 18 anni a "causa delle ideologie", il gabinetto del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, specifica che il manifesto è stato rimosso in quanto non autorizzato: si tratta, infatti, di una zona privata, con uno spazio non destinato ad affissioni pubbliche senza previa autorizzazione. I manifesti che, invece, sono stati affissi nella zona dell'Anagrafe centrale, essendo posti dove sono permessi contenuti di natura ideologica e politica, sono ancora lì. E su corso Unione Sovietica? "Il regolamento di polizia urbana non permette la copertura delle targhe della toponomastica". Tuttavia, pare che Palazzo Civico non si occuperà, fisicamente, della rimozione dei cartelli. 

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