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L'intervista e le dichiarazioni

Paolo Busso, il Vigile di Volpiano: 'Mai stato infiltrato dalla mafia, la verità verrà a galla', le parole dette al nostro giornale

Paolo Busso, Vigile di Volpiano, risponde alle accuse di legami con la mafia: "Le accuse sono manipolate, mai coinvolto in favoritismi"

Paolo Busso, il Vigile di Volpiano: 'Mai stato infiltrato dalla mafia, la verità verrà a galla', le parole dette al nostro giornale

Nel corso di un’intervista esclusiva al nostro giornale, Paolo Busso, il Vigile della Polizia Locale di Volpiano, ha raccontato la sua versione dei fatti riguardo alla vicenda che lo ha visto coinvolto in un processo per presunti legami con infiltrazioni mafiose. La vicenda risale a quattro anni fa, quando Busso si è trovato al centro di un’inchiesta che lo ha associato al nome di Giuseppe Vazzana, condannato per associazione mafiosa legata alla ‘ndrangheta. Secondo le accuse iniziali, il Vigile sarebbe stato coinvolto in un sistema di favoritismi che avvantaggiava la criminalità organizzata, ma nella sua intervista, Busso ha cercato di fare chiarezza, smentendo le accuse che gli sono state rivolte.

"Non ho mai più avuto contatti con Vazzana dal 2018", ha affermato Busso. "Tutto ciò che è stato detto riguardo ai nostri rapporti è stato gonfiato e manipolato. Inoltre all'epoca, lo conoscevo come un semplice imprenditore della città di Volpiano." Il Vigile, infatti, ha spiegato che l’unico rapporto che aveva con l'imprenditore era di tipo occasionale, limitato a incontri casuali presso una tavola calda a Volpiano, gestita dallo stesso Giuseppe Vazzana, dove scambiavano semplici saluti. 

A proposito delle accuse di favoritismi, che parlavano di multe non pagate e di favori alla ‘ndrangheta, Busso ha specificato che durante il processo di primo grado per 3 di 6 multe, è stato assolto poiché il fatto non sussisteva.

Un altro punto centrale della vicenda riguarda l’accusa di accesso abusivo a dati riservati. Il Vigile ha spiegato che l’unica richiesta fatta all’anagrafe per conto di Vazzana, riguardava l’indirizzo di un suo ex collega, ma ha chiarito che la sua richiesta era stata fatta in buona fede, senza alcun intento criminoso, e che, oltretutto, non si trovava in servizio al momento in cui avvenne la richiesta.

Busso ha voluto fare chiarezza su un altro aspetto cruciale della vicenda: "Mi hanno dipinto come un Vigile infiltrato nella ‘ndrangheta, ma questa è una costruzione mediatica che non ha nulla a che fare con la realtà dei fatti", ha detto. "Un Vigile accusato di essere coinvolto con la mafia fa senz'altro più notizia, ma la verità è che io sono stato gettato al centro di questa storia senza motivo."

Per quanto riguarda l'appello, Busso ha ammesso che la decisione di procedere potrebbe non essere presa, ma si dichiara volenteroso nel farlo specialmente per dimostrare la sua estraneità ai fatti. Tuttavia, il recente esito della Cassazione, datato 17 aprile 2025, ha riaperto alcuni aspetti del caso. La Corte ha annullato la sentenza nei confronti di Busso, limitatamente all’articolo 131 bis, e ha disposto il rinnovo del giudizio.

In merito alla vicenda, anche il comandante della Polizia Locale di Volpiano è stato subito informato del caso. Nel 2021, appena emerse la notizia dell’indagine, il comandante stesso ha subito informato in una relazione agli atti: "Nulla di strano è emerso", confermando che Paolo Busso non aveva mai commesso alcun errore durante il suo servizio. Inoltre, ci tiene a precisare che il Comune di Volpiano non ha alcun coinvolgimento in questa vicenda, affermando lo stesso della Polizia Locale, i quali hanno sempre operato in modo corretto e professionale. "Il corpo di Polizia Locale non deve essere mischiato da queste accuse infondate".

“Vedremo come finirà la mia vicenda, io continuerò a lottare per dimostrare che quelle cose non mi riguardano, non le ho mai fatte”, conclude infine il Vigile.

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