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VERSO IL DIALOGO

«Ciò che dice il "comandante" Favino, è legge», Giuli risponde al mondo del cinema

Il Ministro della Cultura al Salone del Libro: «Qua mi sento al sicuro»

Giuli

Alessandro Giuli

Durante l’inaugurazione della 37esima edizione del Salone del Libro di Torino, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha espresso grande apprezzamento per la città, definendola «un’oasi di gentilezza». Le sue parole, secondo molti, fanno riferimento anche al recente clima di polemica seguito alle critiche ricevute dall’attore Elio Germano durante la premiazione dei David di Donatello. «Qua mi sento al sicuro», ha ironizzato. 

Il ministro ha poi sottolineato il valore del Salone come esempio di «cultura popolare», evidenziando il successo crescente della manifestazione e la sua capacità di coinvolgere un ampio pubblico.

Gli investimenti sulla cultura

Nel suo intervento, Giuli ha citato il concetto di «comunità» elaborato da Adriano Olivetti, sottolineando come il nuovo piano del Ministero della Cultura porti proprio il nome dell’imprenditore eporediese. «Abbiamo investito 34 milioni di euro per il sistema delle biblioteche e la filiera dei libri», ha ricordato il ministro, ribadendo l’impegno del dicastero nel rafforzare il tessuto culturale nazionale. Non esclude inoltre un maggior impegno da parte del Ministero verso le prossime edizioni del Salone. 

Cinema, dialogo e confronto: “Servono ponti”

Rispondendo alle domande sulle critiche mosse da attori e registi al Ministero della Cultura e alla lettera firmata dal mondo del cinema, Giuli ha dichiarato: «Non mi interessano le firme. Non mi interessano che siano pro o contro. Mi interessano i ponti. Quello che ha detto il comandante Favino per me è legge». Facendo riferimento alle parole dell’attore Pierfrancesco Favino, il ministro ha ribadito la necessità di dialogo e confronto: «Ha ragione il “comandante” Favino quando dice che bisogna dialogare. Servono ponti. Serve confronto. Non ho mai negato né mai negherò dialogo e confronto civile con chiunque abbia bisogno di un confronto con il Ministero della Cultura e abbia bisogno di rassicurazioni e certezze in un sistema complicato di fronte a problemi che si devono e possono risolvere insieme».

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