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La storia

Il Museo del cioccolato rilancia anche via Sacchi: dopo un anno di sold-out a breve workshop e “la fabbrica in vetrina”

Grazie all’afflusso riaperti due nuovi negozi e a breve due ulteriori vetrine saranno dedicata a una fabbrica “con vista”. Il Museo è finito anche in Tv nella fiction Luisa Spagnoli

Il Museo del cioccolato rilancia: dopo un anno di sold-out a breve workshop e “la fabbrica in vetrina”




Una breve storia del cioccolato

Chissà se Emanuele Filiberto di Savoia, che nel 1560 decise di festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino servendo - si dice - una tazza di cioccolata calda ai torinesi - novità assoluta per il Vecchio Continente, portata da Colombo - avrebbe mai immaginato che il cioccolato potesse diventare uno dei simboli distintivi della città. 

Da allora l’incontro con le nocciole delle Langhe ha regalato ai torinesi un altro prodotto di eccellenza: il Gianduja, frutto, in realtà, di una necessità fatta virtù. Quella di risparmiare sul cioccolato - dalle riserve risicate soprattutto a causa del blocco napoleonico agli inizi del 1800 - “diluendo” il prodotto con una pasta di nocciole tostate. 

Un’arte che i numerosissimi maestri cioccolatieri della vecchia capitale sabauda conservano ancora gelosamente. A darcene “un assaggio” è Francesco Ciocatto, proprietario della più che centenaria pasticceria Pfatisch e socio fondatore del Museo del Cioccolato e del Gianduja di Torino. Che a poco meno di un anno dall’apertura del museo sulla “ciocco-storia” annuncia ulteriori, ghiotte, novità: l’apertura di workshop con cui realizzare le proprie personalizzate e gustose creazioni - entro l’estate - e di una “fabbrica di cioccolato in vetrina”, prevista per la fine dell’anno. 

I numeri del Museo

«È stato un anno di grosse soddisfazioni. Volevamo valorizzare questo incredibile patrimonio che avevamo e raccontare la storia locale che è custodita tra i nostri macchinari che - racconta Ciocatto - sono tra l’altro gli unici ancora funzionanti. Li hanno utilizzati per girare la fiction "Luisa Spagnoli"», svela orgoglioso. 

Otto tonnellate di cacao all’anno tostato a 280° e un’attenzione particolare a raccontare come la filiera produttiva sia equa: end-to-end. Oltre 54.000 visitatori in meno di un anno, con picchi mensili superiori a 8.000 a gennaio e aprile, anche grazie alla convenzione con la Torino Card. I turisti arrivano soprattutto da Francia, Svizzera e da varie regioni italiane.

Attratti da una lunga e immersiva narrazione che ripercorre la storia del cioccolato dalle origini delle fave di cacao fino alle creazioni odierne, come le riproduzioni delle uova Fabergé - fatte dalla moglie di Ciocatto Stefanella Bergiotti -, ma anche da percorsi olfattivi e da una ricca collezione di tazze che partono dal 1720 fino alle rielaborazioni più moderne. Spiccano le curiose “tazze coi baffi”: ideate per non sporcare i mustacchi dell’aristocrazia.

«Siamo qui per pochi giorni. Sono venuta dalla Sardegna - afferma Silvana Deidda, una mamma in visita con il figlio Fabio Cuomo alla fabbrica -. Stiamo aspettando con ansia di arrivare alla parte in cui si mangia un po’ di cioccolato», aggiungono.

Silvana Deidda e Fabio Cuomo: mamma e figlio in visita dalla Sardegna

Sempre sold-out anche le iniziative “off”, come il choco-tram: un tour storico con degustazione di gianduiotti, e i concerti al Palazzo Barolo: appuntamenti che coniugano musica e cioccolato. 

La spinta al rilancio dei portici

«Dall’apertura abbiamo visto che il passaggio sotto ai portici è cresciuto molto, riqualificando via Sacchi e spingendo alla riapertura di nuovi locali commerciali», spiega Ciocatto.

Un’ottima notizia, in un simile momento di difficoltà per il piccolo commercio. «Peccato solo che l’altro lato di via Sacchi sia abbandonato a sé stesso perché il muro di proprietà di Rfi è totalmente imbrattato», aggiunge. Ma un ulteriore effetto propulsivo ci si augura possano darlo proprio le prossime aperture, che “riempiranno di dolcezza” altre due vetrine dei portici.

Choco Story, the Chocolate Museum: via Sacchi 38 Torino. Tel. 011.19820447. Orari: 10-18 tutti i giorni. Prezzi: adulti 12 euro, studenti e anziani 10 euro, bambini (3-11 anni) 7 euro.

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