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La parola ai lettori

Torino, i soldati nelle periferie? Sono come i finti autovelox

Le lettere al direttore di oggi 29 maggio 2025

Il Parlamento come un'azienda (privata)? Fioccherebbero licenziamenti per assenteismo

Sicuri che i rastrellamenti non servano?

Buon giorno caro direttore, un po' di tempo fa (ma mica tanto) chiesi a lei che è più diplomatico di me e del popolo... è sicuro che non servano i rastrellamenti?? Visto quello che succede in Barriera e nelle periferie... Mi sa che i presidi così servono a poco, so che non hanno potere di agire di propria iniziativa, ma almeno a questi ragazzi gli diamo una linea guida, che non sia solo di guardare a vista tutti. Giusto per farle capire lei vada (sicuramente è già andato o passato) in corso Principe Oddone: l’esercito, polizia ecc. ecc sono davanti al centro Humanitas. Ovviamente sono tanti ma fermi lì. Nel marciapiede di fronte c'è un bar (10 metri circa) dove ci sono neri, bianchi, peruviani un po' di tutto buttati lì per terra. Faccia altri 50 metri e il panorama non cambia, anzi aumenta perché mentre passo in bici sulla pista ciclabile devo chiedere permesso per passare e fare gimcane attraverso circa 20/30 personaggi. Quindi quello che succede in Barriera è il risultato della politica del solo guardare a vista. Però capisco anche i tutori dell’ordine. Perché questa euromerda dà dei razzisti a chi cerca di fare il proprio lavoro, vogliono farci invadere... Ecco questa è l'euromerda.
Max TO

Caro Max, pensi che leggendo la concorrenza, questa mattina, ho pensato che in realtà non fosse successo niente... Abbiamo capito che i militari, organizzati così, non servono. Perché non possono essere ovunque. E certe cose non sarà certo una divisa piazzata all’angolo a fermarle... Altrimenti tanto varrebbe metterci una sagoma cartonata, un po’ come i finti autovelox lungo le strade. Servono da deterrente, certo. Poi però chi conosce la zona capisce il trucco...
A.Mon.

Televisione
Storici e filosofi. A chi credere?
Sì lo so, sono il solito polemico che vi scrive il mio solito punto di vista su molte cose che voi gentilmente mi pubblicate con riserva. Questa volta la critica la faccio ad uno storico e un filosofo Mieli/Cacciari, degni della loro preparazione sul piano dialettico. Questi hanno avuto più fortuna di molte altre persone destinate al silenzio. Ormai sono ospiti fissi in trasmissioni tv che considero salotti bene, dove il male non viene mai citato con nomi e cognomi. Sicuramente si ricorderanno delle parole dette in un suo discorso da Pietro Nenni, ex vice ministro della Repubblica Italiana. Egli disse: “O la Repubblica o il caos’’. Ci hanno regalato entrambi. Oggi non sappiamo più a chi credere.
Tony

Dal mondo
Quelle notizie in ultima pagina
Egregio direttore, sul nostro giornale (28/5/25) ho letto l'articoletto scritto sull'ultima pagina (32) in fondo a destra, che il presidente USA sconsiglia gli americani, che intendono raggiungere il nostro paese per turismo, perché vi è "un rischio di violenza terroristica" e il consigliere di viaggi (spero di aver tradotto in modo adeguato) aggiunge che potrebbero attaccare "senza preavviso". Ma il presidente del consiglio e tutto il governo non erano in sintonia con il presidente USA? Non facevano da portavoce per l'Europa? Non avevano portato a casa un grande assenso ed erano molto apprezzati? Ora mi chiedo, dopo tutta questa propaganda, quanta fiducia si può ancora avere dopo aver letto un articolo come questo? Questo è stato scritto in un angolo e composto da poche parole, forse per non suscitare troppo sdegno? Io, purtroppo, leggo i giornali dalla prima pagina all'ultima, anche le pubblicità perché, come diceva mia madre, "non si sa mai che cosa puoi trovare, forse qualcosa che può servirti?” Ringrazio lei e la redazione.
Maria Milvia

Cara signora Maria, non è certo per sminuire che quel trafiletto è rimasto dove lei l’ha visto: la nostra ultima pagina raccoglie notizie flash, dall’Italia e dal mondo, che noi riteniamo interessanti e offriamo in maniera agile e veloce. E, infatti, i lettori fedeli come lei le vedono. E questo ci fa conforta, per il nostro lavoro quotidiano. Un caro saluto
a.mon.

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