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Alla Pellerina un ospedale “sopraelevato” per evitare le esondazioni della Dora

In consiglio comunale l’assessore Mazzoleni risponde ai dubbi: l’area è esondabile ma se mettiamo in campo le misure di sicurezza previste non ci sono rischi. M5S: “Una follia possibile solo perché Pellerina priva di vincoli”

Il rendering

Il rendering dell'ospedale

Il nuovo ospedale dell’area nord-ovest di Torino che nascerà nel Parco della Pellerina potrà finire sott’acqua? Sarebbe un’immagine poco plausibile se poco più di un mese fa non avessimo visto la Dora, a causa delle intense piogge cadute tra lo scorso 16 e 17 aprile, uscire dagli argini e occupare l’intera area in cui si prevede proprio il “nuovo Maria Vittoria”. E da allora il Comitato di cittadini “Salviamo la Pellerina” era tornato alla carica - dopo una raccolta firme da più di 1.700 firme e il ricorso al Tar per chiedere di valutare l’area dell’Amedeo di Savoia, con minore impatto ecologico - sollevando un ragionevole dubbio: «Un ospedale qui, oltre a essere poco eco-friendly, è sicuro?». A questa domanda ha risposto ieri in Consiglio comunale l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, interpellato dal capogruppo M5S Andrea Russi.

«L’area è classificata nelle fasce di rischio idrogeomorfologico IIIa (P) e IIIa1 (P) del Piano per l’Assetto Idrogeomorfologico (Pai)», ha spiegato Mazzoleni. E’, cioè, inondabile e contraddistinta da pericolosità moderata (stesso grado di rischio dell’Amedeo di Savoia). Perché, quindi, la Pellerina sì e l’Amedeo no? «Ammissibile in quanto finalizzato a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili», ha continuato Mazzoleni. Non ci sarebbero state altre aree compatibili con i criteri richiesti, quindi. Tra le richieste del bando da quasi 350 milioni, c’erano la prossimità all’attuale Maria Vittoria, la disponibilità di aree non edificate e che non necessitino di bonifica. Ma l’assessore rassicura: «La compatibilità dell’opera è resa possibile da specifiche soluzioni progettuali: l’eliminazione di piani interrati, il sollevamento del primo livello a quota superiore alle piene e l’introduzione di un piano della Protezione civile».

Risposte che non bastano a Russi: «State occupando l’unica area libera da vincoli, fregandovene. La ghiaia non è una base stabile. Non ci fermeremo», tuona.

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