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Il lutto

Addio a Franzo Grande Stevens, l'avvocato di Agnelli (e dei suoi segreti)

Aveva 96 anni e oltre agli Agnelli aveva assistito l'Aga Khan, De Benedetti e altri grandi nomi dell'economia

Addio a Franzo Grande Stevens, l'avvocato che ha segnato un'epoca

Franzo Grande Stevens con un giovane John Elkann

Era l'avvocato dell'Avvocato, uomo di fiducia di Gianni Agnelli (e presidente onorario della Juventus). E custode anche di quei segreti che sono al centro della battaglia legale per l'eredità fra Margherita Agnelli e i figli John, Lapo e Ginevra Elkann. Franzo Grande Stevens è morto oggi, 13 giugno 2025 all'età di 96 anni.

Nato a Napoli il 13 settembre 1928, Grande Stevens ha intrapreso il suo viaggio nel mondo del diritto laureandosi in giurisprudenza all'Università Federico II nel 1951. Cinque anni dopo, si iscrisse all'ordine degli avvocati di Torino, città che sarebbe diventata il palcoscenico della sua straordinaria carriera. La sua figura è indissolubilmente legata a quella di Gianni Agnelli, di cui fu il legale di fiducia, guadagnandosi il soprannome di 'l'avvocato dell'Avvocato'. Il suo studio, situato in via del Carmine, è stato un punto di riferimento per le più influenti famiglie italiane e internazionali.

Grande Stevens non era solo un avvocato di successo; era un maestro di diritto e un innovatore. Fu consigliere dell’Ordine degli avvocati di Torino dal 1968 al 1978 e presidente del Consiglio nazionale forense dal 1984 al 1991. La sua partecipazione come difensore d'ufficio al processo contro i capi storici delle Brigate Rosse nel 1976, accanto a Fulvio Croce, assassinato dai terroristi, è una testimonianza del suo coraggio e della sua dedizione alla giustizia. Questo episodio drammatico è stato raccontato nel suo libro 'Vita d'un avvocato', pubblicato nel 2000.

Nel corso della sua carriera, oltre a Gianni Agnelli, Grande Stevens ha assistito clienti illustri come Carlo De Benedetti, l'Aga Khan, e le famiglie Ferrero, Pininfarina e Lavazza. La sua capacità di navigare tra le complesse dinamiche delle grandi famiglie industriali e finanziarie italiane e internazionali ha reso il suo studio un baluardo di professionalità e correttezza deontologica. Qualche anno fa, ha passato il testimone a sua figlia Cristina e al suo allievo Michele Briamonte.

Ma è di sicuro il suo rapporto con Gianni Agnelli quello più stretto, importante. Non per nulla dell’Avvocato era stato anche esecutore testamentario - dopo essere stato per anni uomo di fiducia, consigliere suo e poi del giovane John Elkann, anche socio della Dicembre, la società semplice che governa l’intero impero della Famiglia -, salvo rinunciare al momento della lettura delle ultime volontà dell’Avvocato. E, per questo, anche destinatario degli strali di Margherita Agnelli, che accusava lui e Gabetti di averle nascosto la reale entità del patrimonio paterno. Poco tempo fa, nell’ambito dell’inchiesta della Procura, era stata disposta una perquisizione del suo studio, per acquisire documenti riguardanti proprio la società Dicembre.

Il legame con la Famiglia era poi testimoniato dal suo ruolo nella Juventus, di cui è stato presidente dal 2003 al 2006 (anno della discesa in B), per rimanere poi come presidente onorario.

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