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14 Giugno 2025 - 06:45
Ci si va per stare al fresco ma non solo. Anche per ballare il tango o la mazurka, giocare a scopa, fare ginnastica o dipingere. Il centro d’incontro Vanchiglietta di corso Belgio 91, ha tanto da offrire ai “diversamente giovani”. E in queste prime giornate di caldo estremo ogni luogo climatizzato è ben accetto, specie se offre anche intrattenimento.
È questo l’antidoto per sopravvivere all’estate di tanti over 80. Lo confermano Teresina e Concetta, prese da un’accesa partita di burraco in cui sembrano le vincitrici. «È economico e fresco. Stiamo qui praticamente tutti i giorni. Io - dice la prima - passo a prendere le altre e poi ci ritroviamo qui». «Vengo a giocare a carte, ai pranzi che vengono organizzati, ma non a ballare. Ballavo con mio marito», aggiunge la seconda. Sono, infatti, soprattutto donne vedove - più o meno il 60% - le frequentatrici abituali del centro, gruppi affiatati che sembrano conoscersi da una vita ma per cui questo luogo ha costituito un catalizzatore per la loro amicizia. «È risaputo che noi donne viviamo di più», scherza una.
A raccontarci di più è Elio Biasi, il presidente del Centro, da dieci anni uno dei motori di questo posto, che ogni giorno si adopera per rendere la vita dei soci del Centro più leggera. «Oggi sono circa 120-130 al giorno le persone che vengono. Fanno ginnastica dolce, ballo, vanno in libreria, fanno sculture. E la mattina sono in molti a trovarsi sotto il pergolato a chiacchierare nell’"angolo del chiacchierio". Insomma, non si annoiano».
Negli ultimi anni sono cresciute notevolmente le iscrizioni: «Basti pensare che, dei circa 480 soci, solo quest’anno se ne sono aggiunti quasi 70», racconta la segretaria del Centro Maria Costanzo.
Qui, al di là degli acciacchi, si respira un’aria effettivamente leggera - oltre che fresca, perché rigorosamente climatizzata -, forse perché si ha la sensazione che frequentando il Centro, in un certo senso si “sconfigga la solitudine”.
L’impegno dei cinque volontari, infatti, si concentra molto ultimamente sulla lotta alla depressione: «Sono in molti a soffrirne. Cerchiamo di individuare persone fragili - spiega Biasi - e coinvolgerle. Molte prima di venire qui erano praticamente fantasmi».
Ne è un esempio la storia di Franco Trombin, 93 anni compiuti ad aprile e una moglie persa nel 2021. «Stava attraversando un brutto periodo e le figlie lo hanno portato qui. Ma sono molti i casi simili, di chi ha perso la moglie o il marito», racconta Biasi. Oggi, dopo avere superato il difficile momento, per la perdita della sua compagna di vita - dopo 64 anni di matrimonio - Franco sembra aver riacquistato la serenità e - finita la partita a scopa - racconta la sua vita come un fiume in piena. «Facevo l’impiantista di antenne e citofonia, ho imparato il mestiere alla casa di carità dei mestieri. Venivo da Venaria fino a corso Giulio Cesare per imparare. Qui ho trovato la mia tranquillità. Non giochiamo a soldi. Non ho mai avuto vizi. Ho due figli - continua l’uomo, lucido - ma lavorano tutti e due, non possono starmi dietro». Per questo al pomeriggio viene qui: «con la mia auto», aggiunge orgoglioso.
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