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Il fatto

Tentata frode da 160mila euro ai danni di un'azienda di Torino, la polizia postale sventa il colpo

I truffatori hanno utilizzato la tecnica "phishing" via "spoofing"

Tentata frode da 160mila euro ai danni di un'azienda di Torino, la polizia postale sventa il colpo

Foto di repertorio

Erano stati contatti per versare una cifra di 160mila euro, attraverso il versamento di bonifici, verso alcuni conti bancari, ma la polizia postale di Torino è riuscita a sventare il raggiro. La vittima della truffa è stata una nota azienda del capoluogo piemontese, che è stata ingannata con l'utilizzo della tecnica del 'phishing' via 'spoofing'. Gli autori del raggiro, infatti, avrebbero utilizzato sofisticate tecnologie per sottrarre il denaro.

Lo spoofing, spiegano gli investigatori, consente di celare il reale numero di chi effettua la chiamata, simulando recapiti credibili, come quelli di istituti bancari o forze dell’ordine. È così che i contabili dell’azienda sono stati indotti a credere di avere a che fare prima con la propria banca e poi con la polizia postale, cadendo nella rete degli impostori.

Nello specifico, Il personale contabile dell'azienda, convinto di interloquire prima con l'istituto bancario e poi con la polizia postale, era stato indotto ad effettuare bonifici, contenenti gli importi della cassa aziendale verso altri conti bancari.

A far crollare l’inganno è stata però una telefonata di troppo. Dopo le prime disposizioni di pagamento, una dipendente ha iniziato a insospettirsi: l’interlocutore, spacciandosi per un operatore della polizia postale, affermava che fosse in corso un’indagine sulla filiale bancaria della società e chiedeva di indirizzare i bonifici verso nuovi conti correnti. Una pretesa anomala che ha fatto scattare il campanello d’allarme.

La donna, invece di proseguire con le istruzioni ricevute, ha scelto di rivolgersi direttamente al centro operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino. Gli agenti, acquisiti i primi elementi, sono intervenuti tempestivamente, disponendo il sequestro d’urgenza dei conti su cui erano confluiti i fondi illecitamente sottratti. Grazie alla prontezza della dipendente e alla rapidità degli investigatori, l’intera somma è stata messa in salvo.

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