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IL DIBATTITO

Medio Oriente, «Ma la "guerra dei 12 giorni" è davvero finita?» Rispondo gli esperti

L'incontro al Centro Studi San Carlo, per analizzare la situazione geopolitica e militare

Medio Oriente, «Ma la "guerra dei 12 giorni" è davvero finita?» Rispondo gli esperti

Al Centro Studi San Carlo di Torino, si è tenuto un incontro aperto al pubblico per ragionare insieme agli esperti sulle tensioni in Medio Oriente.

Un’analisi approfondita del contesto geopolitico, con l’intervento di Claudio Bertolotti, direttore e analista Start InSight, e del quadro militare con il generale Luigi Chiapperini.

Il convegno è stato moderato da Stefano Commodo, portavoce di Rinascimento Europeo e introdotto dal vicepresidente di Fondazione Quarto Potere, nonché direttore emerito di Torino Cronaca, Beppe Fossati.

Al centro del dibattito, tra le preoccupazioni dell’instabilità dello scenario, un grande quesito: «Ma la cosiddetta “guerra dei 12 giorni” è davvero finita»?


«Diciamo che ora c’è una tregua - afferma il generale Chiapperini - Noi siamo speranzosi che possa essere una tregua duratura. In realtà tutti si sono dichiarati vincitori. Secondo il mio parere, un po’ tutti hanno perso. A tutti conveniva fermarsi in questo momento, leccarsi le ferite e proseguire eventualmente sul tavolo negoziale o tornare alle armi. Speriamo nel primo finale», conclude.

«È una situazione che in realtà si colloca sopra dinamiche ben più complesse - analizza Bertolotti - Gli interessi cinesi, la competizione con gli Stati Uniti, l’idea che Iran e Arabia Saudita debbano competere per la supremazia a livello regionale. L’obiettivo dell’Iran è distruggere Israele, l’obiettivo di Israele è sopravvivere. Questa guerra si colloca esattamente su questo punto».

Il direttore spiega: «Da un lato c’è la guerra esistenziale di Israele, dall’altra la volontà iraniana di cambiare gli equilibri geopolitici. Volontà che però, in questo momento, si sono rivelati sfavorevoli per un Iran che pensava di avere attorno a sé una cornice di sicurezza garantita dall’asse di resistenza e che è stata fallimentare».


«Abbiamo organizzato questo incontro, dedicato alla nuova crisi medio orientale - dichiara Commodo - perché riteniamo che questi temi non possano essere soltanto affrontati attraverso la comunicazione dei grandi media ma sia opportuno toccare momenti di confronto in cui tutti possono esprimere il proprio parere. Attraverso relatori importanti, faremo il punto su una situazione apparentemente lontana da noi ma che influenzano le nostre vicende. Sia economiche ma anche culturali attraverso le tensioni che si portano dietro nel nostro paese».

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