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Il Borghese

Torino, così la sanità fa proprio acqua (potabile)

Un nuovo scontro fra sindacati e il commissario Schael. In Regione pronti alle denunce

Torino, così la sanità fa proprio acqua (potabile)

La nostra sanità fa acqua... potabile. Sì perché l’ultima puntata dello scontro fra lavoratori e dirigenza (e politica) della nostra sanità è arrivata a questo punto. La Cgil denuncia che in tutta la Città della Salute (quattro ospedali) «l’acqua non è potabile». Dalla Regione si risponde con i dati degli ultimi monitoraggi, secondo cui è tutto in regola. Ma per buona misura, si fanno altri controlli.

Dalla politica si preannunciano denunce per procurato allarme nei confronti della Cgil. Che, nel suo comunicato, la questione dell’acqua potabile la liquida in una mezza riga: nessun allegato di analisi condotte da enti autorizzati, manco una foto di un bicchiere con dentro, che so, della ruggine...

Il fatto è che i lavoratori (oltre a sale “relax”) chiedono la distribuzione di bottiglie d’acqua al personale, una dotazione diversa da quella che ogni reparto ha per i ricoverati (e alla quale il commissario Thomas Schael ha vietato l’accesso: quella è solo per i pazienti).

A conti fatti, si tratta dell’ennesima puntata di un muro contro muro: dal divieto di fumo anche all’aperto, all’obbligo di non indossare il camice in sala mensa o al bar, da parte di Schael; dai turni massacranti agli impianti di condizionamento malfunzionanti fra le lamentele dei lavoratori.

Dall’assessorato di Riboldi, peraltro, è stata ribadita «piena fiducia» nel commissario straordinario, ma questo ribadire - si dice nei corridoi sia delle Molinette sia del Grattacielo - ha anche una valenza sottintesa. Ossia: la smettiamo con le circolari che ti mettono contro il personale (quello che tiene a galla la baracca, oltre che in vita i malati, e persino gli stessi sindacati) e pensiamo a bilanci e liste d’attesa? In settimana, la nuova puntata (questo è sicuro).

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