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Economia & Lavoro
07 Luglio 2025 - 11:10
In Italia, fra i giovani fra i 15 e i 29 anni - ossia la "prima fascia" dei cosiddetti occupabili - la percentuale di occupazione è appena al 19,2%. In Europa, si arriva al 34,8%. Un divario considerevole, al netto del fattore scuola e formazione, che in Intesa Sanpaolo usano come ragione di una politica che favorisca l'occupazione. Ecco di che si tratta.
Si chiama “S-Loan Soluzione Lavoro” ed è, in pratica, un finanziamento per le imprese che "punta a favorire la crescita dell’occupazione" - spiegano dal gruppo Intesa Sanpaolo - sostenendo al contempo gli investimenti per l’aumento della competitività, attraverso un meccanismo di “premialità aggiuntiva” che riconosce un’agevolazione sul tasso di interesse in caso di nuove assunzioni, in particolare di giovani e donne.
Il modello è quello dell'Ires premiale ed è destinato alle imprese già clienti della Banca dei Territori: per i prossimi tre anni c'è una disponibilità di 10 miliardi euro (nell'ambito dei 410 previsti a sostegno dei diversi progetti legati al Pnrr). La politica, che rappresenta l'interesse all'investimento da parte di Intesa Sanpaolo, è quella illustrata dal ceo Carlo Messina: le imprese italiane devono investire in tecnologia, in nuove risorse adeguatamente formate, per ritrovare competitività e garantire un incremento occupazionale nel lungo periodo. Naturalmente, occupazione stabile: sia nella media italiana, che in quella giovanile, il nostro Paese si attesta tra le peggiori posizioni europee, nelle assunzioni a tempo determinato.
Spiega Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo: “La finalità del nostro intervento, che conta su una disponibilità di 10 miliardi di euro, non è solo quella di garantire nuove risorse economiche alle imprese, ma assicurare proprio attraverso il credito degli incentivi a quelle aziende che puntano su investimenti tecnologici e che associano l'impegno ad assumere. Investire nella tecnologia e al tempo stesso portare giovani in azienda, inserendo nuovi talenti, può rappresentare un nuovo motore di crescita del Paese".
"Le Pmi - prosegue Barrese - hanno ben chiaro il loro percorso di sviluppo a prescindere dalle incertezze del contesto. Dal nostro osservatorio, vediamo la dinamica del credito positiva nei primi mesi dell'anno sia per le imprese che per le famiglie, e siamo fortemente convinti che in questa fase sia importante accompagnare l’aumento occupazionale del Paese puntando su ambiti di competenza molto rilevanti. La transizione digitale e l’intelligenza artificiale rappresentano certamente delle opportunità di crescita e sviluppo per l’economia, ma per coglierle è necessario mantenere centrale capitale umano e formazione”.
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