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Economia & Famiglie

Caro-vacanze: ecco quanto costa (in più) la sosta in Autogrill

Il rapporto di Altroconsumo, così i prezzi si mangiano il portafoglio degli italiani

Caro-vacanze: ecco quanto costa (in più) la sosta in Autogrill

Quando si parte per le vacanze estive, l’idea è quella di staccare la spina. Ma prima di affondare i piedi nella sabbia, occorre affrontare un’altra realtà incandescente: l’autostrada. Non solo per il caldo torrido e le code chilometriche, ma anche per i costi spesso esorbitanti delle soste. L’indagine condotta da Altroconsumo in 16 aree di servizio strategiche tra Milano, Roma, Napoli e Venezia rivela un quadro che lascia poco spazio all’ottimismo: mangiare e bere in autogrill continua ad essere un salasso, nonostante un timido rallentamento rispetto al 2024.

La bottiglietta d’acqua da cinque stelle

Tra i beni più emblematici del caro-autogrill c’è l’acqua minerale, un bene primario che dovrebbe essere accessibile a tutti, soprattutto in estate. Invece, secondo i dati dell’indagine, nei punti di ristoro lungo la rete autostradale si arriva a pagare in media 3,18 euro al litro, con picchi fino a 3,20 euro. È un prezzo cinque volte superiore a quello registrato nei supermercati (0,63 euro al litro). Sebbene in lieve calo rispetto all’anno precedente (-5%), resta un’anomalia di mercato che solleva interrogativi sulla regolamentazione dei prezzi in ambiti strategici come le infrastrutture viarie.

Brioche e caffè da boutique

Nemmeno la classica colazione all’italiana sfugge all’inflazione autostradale. Una brioche costa mediamente 2 euro (+16% rispetto al 2024), con punte fino a 2,20 euro, contro 1,37 euro nei bar cittadini. Il caffè, simbolo nazionale, sale a una media di 1,46 euro (+7%), mentre il cappuccino tocca quota 1,85 euro (+16% rispetto ai bar urbani), pur restando stabile su base annua.

Panini per palati esigenti, ma a peso d’oro

La voce panini non è da meno: un semplice sandwich con salume e formaggio costa in media 6,80 euro, con casi limite da 8,50 euro. È vero, si registra un calo del 6% rispetto al 2024, ma si tratta comunque di un prezzo superiore del 57% rispetto a quello praticato nei bar cittadini (4,30 euro). La sensazione, per molti automobilisti, è di pagare non tanto il contenuto, quanto l’esclusività del contesto.

Coca Cola e gelati: lusso da viaggio

Altroconsumo ha rilevato come una bottiglietta di Coca Cola (450-700 ml) arrivi a costare l’equivalente di 8 euro al litro, oltre cinque volte il prezzo al supermercato (1,39 euro). Anche un semplice stecco di gelato può superare i 3 euro, più del doppio rispetto al prezzo medio in GDO. Un’ulteriore conferma che il refrigerio ha un prezzo alto, soprattutto nei luoghi dove il bisogno è più urgente.

Snack e dolci: rincari mascherati da formati

Tra patatine, energy drink e cioccolato, l’impressione è quella di un listino scollegato dalla realtà esterna. Gli energy drink, in particolare Red Bull, hanno toccato quasi 16 euro al litro (+23% in un anno). Per un sacchetto di patatine si spendono 3,50 euro, ma l’apparente ribasso del prezzo al chilo (-28%) è frutto dell’adozione di formati più grandi, non di reali ribassi. Il prezzo del cioccolato, in controtendenza, segna una diminuzione, ma resta molto variabile (da 1,30 a 4,99 euro a tavoletta).

Un sistema che penalizza la mobilità interna

L’auto rappresenta spesso un’alternativa meno costosa rispetto all’aereo, soprattutto considerando l’aumento dei prezzi dei voli e dei servizi accessori. Tuttavia, i costi accessori del viaggio su quattro ruote – pedaggi, carburante e ora anche le pause ristoro – rischiano di erodere i vantaggi economici di questa scelta. In un Paese dove il turismo interno rappresenta una leva fondamentale per l’economia, un sistema di ristoro così oneroso lungo le autostrade può scoraggiare la mobilità.

Una regolamentazione è davvero impossibile?

In un momento storico in cui si discute di inflazione, salari stagnanti e sostegno ai consumi, non è forse il caso di affrontare anche il tema della trasparenza dei prezzi nelle aree di servizio? Così come si discute del “caro spesa” nei supermercati, sarebbe opportuno un intervento anche sul “caro sosta” autostradale, che colpisce milioni di italiani in viaggio.

Le vacanze estive, simbolo di riposo e libertà, non dovrebbero trasformarsi in una corsa a ostacoli tra listini gonfiati e consumi condizionati dalla geografia. Perché, alla fine, la libertà di viaggiare non può avere un prezzo tanto salato.

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