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Ambiente & Salute

Caldo record: 1.500 morti (in più) in 10 giorni. Ecco la situazione a Roma, Milano e Torino

Per la prima volta lo studio dell'Imperial College di Londra traccia un rapporto diretto fra temperature e mortalità

Caldo record: 1.500 morti (in più) in 10 giorni. Ecco la situazione a Roma, Milano e Torino

L'Italia e l'Europa nella morsa di estati sempre più roventi. E le temperature aumentano il numero dei morti. Alle stime, basate su casi di fragilità e patologie pregresse, per la prima volta si unisce uno studio scientifico, condotto nelle nostre città, con una contabilità impressionante di 1.500 morti per il caldo in 10 giorni. Vediamo la situazione in Italia (e anche a Torino).

Un’ondata di calore senza precedenti

Tra il 23 giugno e il 2 luglio, l’Europa è stata investita da un’ondata di caldo feroce. Le temperature hanno superato i 40°C in numerose città, costringendo a chiusure scolastiche, blocchi nelle attività lavorative e addirittura allo stop di un reattore nucleare in Svizzera. Ma il vero bilancio di quei giorni è stato tracciato non nei numeri dell’economia, bensì nei dati sulla mortalità: circa 2.300 decessi in dodici città europee, con una responsabilità precisa per il 65% di queste morti—ossia 1.500 vittime—attribuita direttamente al cambiamento climatico.

Lo studio che collega clima e decessi

È il primo studio di questo tipo a concentrare l’analisi su un singolo evento e non sull’intera stagione: firmato da scienziati dell’Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, il lavoro ha combinato dati meteorologici, studi peer-reviewed e modelli di rischio per stimare gli effetti reali del caldo sulla mortalità. Il verdetto è netto: l’aumento delle temperature, reso possibile dalla combustione dei combustibili fossili e dalla deforestazione, ha contribuito in modo diretto a triplicare i decessi legati al caldo.

Milano, Parigi, Roma: le città più colpite

La mappa della tragedia climatica tocca tutte le latitudini europee. Milano conta 317 morti in eccesso, Barcellona 286, Parigi 235. Seguono Londra (171), Roma (164), Madrid (108) e via via fino a Sassari, con “solo” 6 decessi. Per molte città europee, il numero delle vittime supera quello di disastri recenti come le inondazioni di Valencia del 2024 o quelle del nord-ovest dell’Europa nel 2021. Il dato più allarmante riguarda la distribuzione anagrafica delle vittime: l’88% sono over 65, ma ben 183 persone tra i 20 e i 64 anni hanno perso la vita. Nessuno è al sicuro.

I dati su Torino

Torino - lo sottolineiamo essendo noi TorinoCronaca, ossia una testata fortemente radicata e connotata dall'informazione locale - non è compresa in questa ricerca. Ma abbiamo la possibilità di tracciare dei confronti, utilizzando i dati del passato recente a nostra disposizione. Secondo la relazione dell'Arpa Piemonte nel 2022, a Torino durante le ondate di calore i decessi in più, fra gli over 65, sono stati 149 in un paio di settimane. Nel 2023, sono calcolati in 131 - anche se in un periodo più esteso - fra gli over 65 e i cosiddetti fragili.

Un clima sempre più ostile

I ricercatori del World Weather Attribution, che hanno collaborato all’analisi, hanno ricostruito come sarebbe stata la stessa ondata di calore in un mondo non riscaldato dagli effetti antropici: le temperature avrebbero potuto essere fino a 4°C più basse. Nel clima attuale, eventi di questo tipo sono diventati ordinari: ci si aspetta che si ripetano ogni due-cinque estati. Ma a rendere il fenomeno particolarmente letale è la combinazione tra caldo estremo e condizioni di salute già precarie, come cardiopatie, diabete o malattie respiratorie. Il caldo, sottolineano gli esperti, è una minaccia “invisibile”, che uccide in casa, nelle corsie d’ospedale, spesso lontano dai riflettori mediatici.

Le misure non bastano: servono strategie lungimiranti

In Europa sono stati avviati piani d’azione per affrontare le emergenze estive, ma lo studio invita a uno scatto ulteriore: servono interventi strutturali per ridurre l’“isola di calore urbana”, come l’ampliamento delle aree verdi e blu, insieme a misure di emergenza come i centri refrigerati e reti di supporto sociale per le fasce vulnerabili. “Ogni frazione di grado in più conta”, ammonisce Garyfallos Konstantinoudis del Grantham Institute, “e può significare migliaia di morti in più”.

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