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IL CASO

Torino, messa alla prova prorogata per il 16enne che ha mandato in coma Marco Nebiolo

Nonostante abbia svolto lavori di pubblica utilità, il tribunale dei minori ha rilevato che il giovane non ha ancora compreso la gravità del gesto. Nebiolo si è detto disponibile a un incontro riparativo, finora rifiutato dall’imputato

Torino, messa alla prova prorogata per il 16enne che ha mandato in coma Marco Nebiolo

Un pugno e un uomo di 49 anni ridotto in coma. È la drammatica vicenda che ha visto protagonista Marco Nebiolo, consulente immobiliare, vittima di un’aggressione da parte di un sedicenne fermo con la sua famiglia in un’auto dietro di lui, durante una normale sosta al semaforo di corso Unità d’Italia. Era il 24 novembre 2023 quando Nebiolo, alla guida della sua Fiat Grande Punto, si è fermato al semaforo davanti al Museo dell’automobile. A bordo dell’auto dietro di lui c’erano il ragazzo, la madre e un uomo conosciuto dalla donna tramite i social. Dopo un tamponamento, la madre del sedicenne ha iniziato a insultare e prendere a calci la vettura di Nebiolo, che per paura si è rifugiato nella propria auto, chiamando la polizia municipale e la moglie. Quando Nebiolo è sceso dal veicolo, il sedicenne lo ha colpito con un pugno, causandogli un grave trauma cranico che lo ha portato al reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Cto, dove si è salvato solo per miracolo. Il ragazzo ha poi dichiarato di aver agito “per difendere mia madre”, ma le indagini della procura dei minori hanno stabilito che l’uomo non intendeva reagire. Madre e figlio si sono quindi allontanati con un taxi per non essere trovati insieme all’uomo che la donna frequentava. Il sedicenne è stato processato davanti al tribunale dei minori con l’accusa di lesioni personali. Dopo una prima messa alla prova svolta con lavori di pubblica utilità in una casa di riposo, la procura ha sostenuto che il ragazzo non abbia compreso la gravità del gesto, anche a causa di un rapporto troppo stretto con la madre. Per questo motivo è stata disposta una proroga di altri sei mesi del percorso di messa alla prova. Nel frattempo, l’uomo aggredito si è dichiarato disponibile a un incontro riparativo con il ragazzo e a un risarcimento simbolico, proposta che però finora il giovane ha rifiutato.

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