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La proposta di legge

Stesse garanzie ai cittadini anche per l'intramoenia: pena il 70% della retribuzione ai medici

Approvata la normativa per regolamentare l'attività libero-professionale intramuraria: si garantisce uniformità, si prevengono conflitti d'interesse e si assicura parità di trattamento, ma la controversia politica non manca.

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Approvata, con dichiarazione d’urgenza, la proposta di legge per garantire modalità uniformi di esercizio dell'attività libero-professionale intramuraria sul territorio regionale. Cioè le prestazioni erogate da medici e altri professionisti sanitari in ospedale, ma al di fuori del normale orario di lavoro e, soprattutto, a pagamento. Prestazione cui molte volte i piemontesi, a causa dei lunghi tempi di attesa del servizio sanitario nazionale, devono far ricorso.

“Una norma quadro che colma un vuoto normativo”, spiega il consigliere regionale Luigi Icardi (Lega), che questa mattina in Consiglio regionale, ha presentato il testo della proposta di legge, prima di essere messa al voto. Questa legge ci permetterà di avere un controllo e una regolamentazione più puntuale in materia. Tra i suoi punti ci sono la prevalenza dei volumi orari per lo svolgimento delle attività istituzionali rispetto a quelli per lo svolgimento dell’ALPI ( ovvero l’ attività libero-professionale intramuraria), la prevenzione di situazioni di conflitto d’interesse o di forme di concorrenza sleale tra attività istituzionale e ALPI; la parità di trattamento dei pazienti e dello standard qualitativo tra servizi offerti in regime liberoprofessionale e in regime istituzionale. Con sanzioni pari al 70% della retribuzione ordinaria, in caso di violazione. 

Non sono mancate, nonostante la concordia nell’approvazione della misura, le “frecciatine” nei confronti della Giunta. L’assessore alla Sanità Federico Riboldi, infatti, che fino a poco prima era rimasto in aula, non era presente. “Una mancanza di rispetto. La sua presenza doverosa, si tratta di un tema delicato”, afferma il consigliere del Pd Domenico Rossi. Dello stesso avviso la capogruppo di Avs Alice Ravinale: “Salvo l’edilizia sanitaria parliamo poco delle persone della sanità. Dispiace che Riboldi non sia presente, ma siamo davanti allo stesso film. 

Più preoccupato l’intervento di Daniele Valle (Pd). “Così il Consiglio commissaria Riboldi”, tuona. “Si tratta di una competenza che di fatto viene sottratta alla Giunta e delegata al Consiglio: sintomo di una maggioranza che vuole riprendersi spazio rispetto alla Giunta e all'assessore Riboldi su un tema strategico e delicato che in questi mesi ha visto anche un'inchiesta della magistratura. D'altronde l'assenza di Riboldi alle discussioni in commissione e Consiglio è indice di un certo fastidio, se non altro. Forse un campanello d'allarme in vista della discussione del piano sociosanitario, che l'assessore vorrebbe tanto approvare nel mese di agosto, senza averlo ancora adottato in Giunta?”, domanda Valle a una Giunta, che però è quasi del tutto assente.

Riboldi non risponde alle provocazioni ma, con una nota, esprime la sua soddisfazione per l'approvazione della proposta di legge, che "introduce un principio di equità tra cittadini e territori, evitando che l'accesso alla libera professione dipenda dalla collocazione geografica o dalla possibilità economica, e al tempo stesso riconosce il valore dei professionisti che scelgono di rimanere nel servizio pubblico, offrendo loro la possibilità di integrare il proprio reddito, in un quadro di regole certe e trasparenti".

"Ora proseguiamo il nostro lavoro, avendo sempre come priorità una sanità universale che metta al centro le persone, in particolare i più fragili e coloro che hanno difficoltà ad accedere alle cure", aggiunge l'assessore.

Nelle prossime settimane seguirà il regolamento tecnico. Un primo passo per un intramoenia utile per tutti

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