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Automotive
16 Luglio 2025 - 11:00
Primi segnali di un cambio di rotta di Stellantis: addio agli sviluppi dell'idrogeno e stop alla produzione in due stabilimenti. Il Gruppo guidato dal ceo Antonio Filosa adesso si prepara a valutare le conseguenze sul mercato. Ci facciamo spiegare la situazione dal capo di Europe Enlarged, Jean-Philippe Imparato. Intanto, in questa mattinata del 16 luglio 2025, il titolo cade pesantemente in Borsa. Ecco la situazione
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"Dobbiamo fare scelte chiare e responsabili - spiega Jean-Philippe Imparato - per garantire la nostra competitività e soddisfare le aspettative dei nostri clienti con la nostra offensiva di veicoli elettrici e ibridi per passeggeri e veicoli commerciali leggeri" Il fatto, spiega senza mezzi termini il coo di Europe Enlarged da Torino, è che "il mercato dell’idrogeno rimane un segmento di nicchia, senza prospettive di sostenibilità economica a medio termine".
Ecco, quindi, spiegato lo stop al programma di sviluppo della tecnologia a celle di combustibile a idrogeno, pensata per alimentare in futuro i veicoli elettrici, in luogo delle attuali (costose) batterie al litio. Uno dei motivi presentati da Stellantis è "limitata disponibilità di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno, degli elevati requisiti di capitale e della necessità di maggiori incentivi all’acquisto da parte dei consumatori".
Sto dunque anche alla nuova gamma di veicoli Pro One alimentati a idrogeno, la cui produzione sarebbe dovuta iniziare questa estate a Hordain, in Francia, e a Gliwice, in Polonia. Ma dal Gruppo spiegano che la decisione "non avrà alcun impatto sul personale. E le attività di ricerca e sviluppo legate alla tecnologia dell'idrogeno saranno reindirizzate verso altri progetti". Quasi certamente per la tecnologia dell'ibrido e forse un implemento per l'elettrico, dal momento che, ricorda sempre Imparato, "l’azienda si sta mobilitando per rispondere alle stringenti normative europee sulle emissioni di CO2".
Ma adesso bisognerà anche valutare le conseguenze di mercato e quelle che vengono definite le sfide finanziarie per diversi stakeholder del Gruppo presieduto da John Elkann. In particolare per Symbio, la società creata con Michelin e Forvia proprio per il settore dell'idrogeno (su cui molto si era speso, in diverse dichiarazioni, lo stesso John Elkann considerandolo la tecnologia del futuro, mentre l'allora ceo Carlos Tavares era scettico): ora, da Stellantis inizieranno una serie di interlocuzioni e analisi per "preservare gli interessi degli azionisti".
Nel frattempo, in una mattinata difficile per tutti i titoli automotive (fra dazi e annunci di tagli da parte dei Gruppi), a Piazza Affari Stellantis lascia giù (a metà mattinata) circa il 3,46%, assestandosi attorno a 8,24 euro, ma l'apertura delle contrattazioni aveva visto un pesante -5%.
Meglio comunque di Renault, che dopo l'annuncio del ceo a interim, Dunan Minto, di una revisione al ribasso della guidance, ha segnato un impressionante -12%.
Da Torino, però, arriva anche una reazione sorprendentemente positiva da parte sindacale. Dalla Fismic per la precisione, con il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo che dice: "La decisione di Stellantis di abbandonare l’idrogeno non giunge inattesa e segue quanto già altre case automobilistiche hanno deciso. Per fortuna, i ritardi con cui Stellantis aveva programmato gli investimenti per tale tecnologia hanno stavolta un risvolto positivo, in quanto non ci sarà alcun impatto per l’occupazione: segno evidente che, a volte, i ritardi aiutano."
“Noi pensiamo che, invece, sia arrivato il momento che Stellantis riprenda l’ingegnerizzazione e la produzione di motori a gas propano liquido (GPL), tecnologia sulla quale l’azienda aveva ottenuto risultati di eccellenza, sia dal punto di vista del mercato che dello stesso impatto ambientale.”, continua Di Maulo.
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