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Assolta la madre di Matteo Renzi. L'ex premier: «Qualcuno si deve vergognare»

Laura Bovoli assolta in appello a Torino per il crac Direkta. Il leader di Italia Viva: «I miei genitori non meritavano tutto questo fango»

Matteo Renzi con la madre Laura Bovoli

Matteo Renzi con la madre Laura Bovoli

Laura Bovoli, madre dell'ex premier Matteo Renzi (oggi leader di Italia Viva) è stata assolta oggi, venerdì 18 luglio, in appello a Torino, per il crac della Direkta di Sant'Albano Stura (Cuneo), avvenuto nel 2014. All'epoca Laura Bovoli era amministratrice della Eventi 6, l'azienda di famiglia dei Renzi. I giudici in Corte d'Appello hanno quindi confermato il verdetto di primo grado emesso a Cuneo nel 2021, quando Laura Bovoli era stata assolta insieme a Paolo Buono e Franco Peretta mentre altri tre coimputati, Bruno Pagamici, Vincenzo Misiano e Donatella Spada, erano stati condannati. La sentenza con cui i giudici hanno rigettato l'appello contro le tre assoluzioni, proposto dal pm, è arrivata dopo circa due ore di camera di consiglio. 

Dopo l'assoluzione, è arrivato il commento di Matteo Renzi: «Mia mamma di nuovo assolta. Ennesimo processo, ennesima assoluzione. Oggi tacciono i giustizialisti che ci hanno riempito di fango per anni e vincono i garantisti che sanno aspettare le sentenze. Mi domando se tutto questo dolore, innanzitutto dei miei, fosse davvero necessario. Mi domando se non ci sia in qualche redazione o nella sede di qualche partito, qualche persona intellettualmente onesta che abbia voglia non dico di scusarsi ma quantomeno di farsi qualche domanda. Mi domando come sarebbe stata anche la nostra vicenda politica senza la campagna mediatica sui tanti processi subìti», ha affermato Renzi. Per poi aggiungere: «Alla fine mi rispondo che, certo, i miei genitori non meritavano tutto questo. E tuttavia non possiamo che ringraziare: siamo comunque forti e fortunati. Grazie a chi non ha mai dubitato di noi, grazie a chi non è sparito, grazie a chi non si è vergognato. Perché come si vede da questa ennesima assoluzione quelli che devono vergognarsi non siamo noi».

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