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Torino, la capitale del Jazz e la loro lunga storia, tra locali clandestini e stelle americane

Note americane sulle rive del Po: Torino, tra club storici e grandi nomi, è diventata la casa italiana del jazz

Torino, la capitale del Jazz e la loro lunga storia, tra locali clandestini e stelle americane

Nel cuore del Piemonte, tra le vie eleganti e le piazze austere di Torino, scorre da quasi un secolo una musica nata lontano, ma adottata con entusiasmo: il jazz. Torino è considerata da molti la capitale italiana di questo genere musicale, non solo per la ricchezza dei suoi festival o per la vivacità delle sue jam session, ma per un’eredità storica che affonda le radici nei primi anni ’30 del Novecento.

Gli albori: da Alfredo Antonino a Silvio Vernoni

Già nel 1933, appena un anno dopo l’apertura del primo jazz club europeo a Parigi, il torinese Alfredo Antonino fondava nella sua città un circolo per veri appassionati. Con una collezione di 78 giri – all’epoca preziosissimi – organizzava ascolti pubblici per diffondere il jazz, ancora sconosciuto alla maggior parte degli italiani. In quegli anni, Torino divenne uno dei primi centri europei a coltivare una vera cultura del jazz.

Il fascismo, con i suoi veti contro la “musica nera”, costrinse queste iniziative alla semi-clandestinità. Ma dopo la Liberazione, grazie alla passione e all’impegno di figure come Silvio Vernoni, la città tornò a vivere il jazz in modo pubblico e partecipato. Vernoni, partigiano e uomo di cultura, fu protagonista della rinascita del Jazz Club Torino e di una stagione straordinaria che portò sotto la Mole i giganti del jazz mondiale.

La stagione d’oro: gli anni ‘50 e ‘60

Dagli anni ’50 in poi, Torino divenne una delle mete preferite dei musicisti americani in tournée in Europa. Louis Armstrong, Lionel Hampton, Sidney Bechet, Joe Venuti, Ben Webster, Don Byas, Benny Goodman: tutti hanno suonato nei locali torinesi, dal celebre Teatro Chiarella allo Swing Club di via Botero. La città rispondeva con entusiasmo, accogliendo i musicisti come celebrità. Jam session improvvisate, feste private e concerti memorabili segnarono un’epoca irripetibile.

In quegli anni, il gruppo Jazz at the Kansas City – con musicisti come Emilio Siccardi, Sergio Farinelli, Renato Germonio, Dick Mazzanti, Piero Fasano – portava avanti una ricerca musicale avanzata, guardando al bebop e ai ritmi di Count Basie mentre altrove in Italia dominava ancora il dixieland.

Un’eredità culturale viva: il Torino Jazz Festival

Torino non ha mai dimenticato questa vocazione. Dal 2012, ogni anno la città ospita il Torino Jazz Festival, una delle rassegne più importanti in Europa, capace di fondere la tradizione storica con le nuove tendenze internazionali. Concerti nei teatri, nelle piazze e perfino nei musei animano la città per giorni, attirando migliaia di spettatori e ospiti da tutto il mondo.

Il festival è anche l’occasione per celebrare la storia: mostre, incontri, pubblicazioni e omaggi a figure storiche come Massimo Mila o Giancarlo Roncaglia, studioso torinese che ha raccontato in modo appassionato la storia del jazz sotto la Mole, aiutano a tenere viva la memoria.

Il jazz a Torino è molto più di un genere musicale: è una parte identitaria della città. Una passione coltivata con ostinazione anche quando era proibita, nutrita da intellettuali, appassionati e musicisti che hanno fatto di Torino un centro europeo del jazz. Una città dove, ancora oggi, le note che una volta erano ribelli risuonano con la stessa forza di allora.

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