Cerca

la denuncia

Marito e moglie ciechi: «Aggrediti dai passanti per colpa dei bisogni dei nostri cani»

Fabio Ignelzi e Antonella Esposito: «Da regolamento non dobbiamo raccogliere gli escrementi. Ma la gente ci insulta»

Fabio Ignelzi e Antonella Esposito con i loro cani labrador, Sonic e Soraya

Fabio Ignelzi e Antonella Esposito con i loro cani labrador, Sonic e Soraya

L’ultimo brutto episodio risale ad appena pochi giorni fa. Racconta Antonella, ancora scioccata: «Un signore anziano mi ha urlato contro e stava per mettermi le mani addosso, solo perché non riuscivo a raccogliere gli escrementi del mio cane. Siamo stufi di ricevere insulti, a volte anche pesanti, dalle persone che incontriamo in strada». I protagonisti di questa disavventura sono Fabio Ignelzi e Antonella Esposito. Marito e moglie, hanno 40 anni e sono entrambi ciechi. Il loro appartamento è in un palazzo di via San Marino, zona Santa Rita. Un quartiere “bene” della città, che però a quanto pare di “bene” ha ben poco, se spesso e volentieri Fabio e Antonella vengono presi di mira dalla gente quando scendono insieme ai loro cani guida: Soraya, che ha 13 anni e mezzo, e Sonic, di quattro anni. Due labrador che accompagnano la coppia di ciechi nella loro quotidianità. Addestrati, provenienti da una rinomata scuola di addestramento in Lombardia, Soraya e Sonic hanno purtroppo la “colpa” di espletare i loro bisogni in strada. Come tutti gli altri cani. E allora succede che Fabio e Antonella, quando non riescono fisicamente a raccogliere le deiezioni, vengano insultati. Gli improperi sono i più disparati. «Ci hanno anche accusato di fare finta di essere ciechi per non raccogliere gli escrementi dei nostri cani. Chi ci insulta? Quasi sempre persone di una certa età, i giovani invece sono rispettosi», raccontano marito e moglie.

Tuttavia, c’è un particolare: Fabio e Antonella, gli escrementi dei loro due labrador non dovrebbero proprio raccoglierli. Il regolamento comunale per la tutela e il benessere degli animali in città, all’articolo 24 (“Obbligo di raccolta delle deiezioni solide”) precisa infatti che l’obbligo di raccogliere le deiezioni solide “non opera rispetto alle seguenti categorie di persone: non vedenti, ipovedenti, diversamente abili e persone con gravi difficoltà motorie”. Dunque, normativa alla mano, Fabio e Antonella sarebbero esentati da tale obbligo. «Ma noi i bisogni di Soraya e Sonic li raccogliamo lo stesso, o almeno cerchiamo di farlo. Se non riusciamo - afferma Fabio Ignelzi - è perché in quel momento non siamo in grado fisicamente di raccoglierli». Tuttavia, visto che per le strade di Santa Rita le offese non si placano, Fabio e Antonella hanno deciso di scrivere una mail direttamente al Comune di Torino. «Veniamo accusati pubblicamente di essere dei “falsi ciechi”, insultati con frasi pesanti, e in un’occasione c’è quasi stata un’aggressione fisica da parte di un uomo. Come previsto dal regolamento - recita la mail recapitata agli uffici di Palazzo Civico - le persone non vedenti sono esentate dall’obbligo di raccolta delle deiezioni del cane-guida. Nonostante questo, non siamo liberi di circolare serenamente nel nostro quartiere poiché ogni passeggiata rischia di trasformarsi in un episodio di stress, paura e umiliazione».

I due coniugi concludono la mail chiedendo: «Più controlli nell’area di piazza Montanari e via San Marino, la possibilità di segnalare alcuni comportamenti come atti persecutori e l’assistenza nel collocare eventuali cartelli informativi che ricordino la normativa vigente in materia di cani-guida e disabilità visiva». E il Comune? Ha risposto alla coppia di ciechi affermando di avere «preso in carico la segnalazione, per la quale verranno effettuate le verifiche tramite il reparto specialistico». Risposta che non ha soddisfatto (per usare un eufemismo) marito e moglie che abitano a Santa Rita. «Non siamo arrabbiati con l’intero quartiere - precisano Fabio e Antonella - ma solo con alcune persone che evidentemente non comprendono nemmeno quelle che sono le regole, dettate dal Comune. Non vogliamo favoritismi, vogliamo solo essere rispettati, come ogni cittadino dovrebbe esserlo. Anche, e soprattutto, quando ha una disabilità. La civiltà - concludono - non passa solo dai sacchetti».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.