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Da Torino a Bari in bici, lo scopo? Sensibilizzare le persone sull'atrofia muscolare: concluso il Bici Tour 2025

Roberto Giambra percorre l’Italia in solitaria per dare voce ai malati di Kennedy. L’arrivo al Policlinico di Bari, centro di riferimento per il Sud

Da Torino a Bari in bici, lo scopo? Sensibilizzare le persone sull'atrofia muscolare: concluso il Bici Tour 2025

Un’impresa sportiva e umana che ha attraversato l’Italia da nord a sud con un solo obiettivo: far conoscere la malattia di Kennedy, una rara patologia neurodegenerativa che compromette la mobilità e l’autonomia di chi ne è colpito. Si è concluso al Policlinico di Bari il Bici Tour 2025, promosso da AIMAK – l’Associazione Italiana Malattia di Kennedy – per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la ricerca.

Protagonista del tour è stato Roberto Giambra, che ha affrontato da solo un lungo viaggio in bicicletta, partendo da Torino e attraversando centinaia di città e paesi. Una sfida fisica e simbolica per dare visibilità a una patologia che colpisce circa un uomo ogni 30.000 nati, solitamente dopo i 25 anni, e che ad oggi non ha cure risolutive.

«Abbiamo scelto di concludere il nostro percorso al Policlinico di Bari – ha dichiarato Fabrizio Malta, presidente di AIMAK – perché l’unità di Neurologia “Amaducci” è un centro di eccellenza per chi convive con malattie del motoneurone e con la stessa malattia di Kennedy. Bari sta diventando un punto di riferimento fondamentale per il Sud Italia, e vogliamo contribuire a rafforzare questa vocazione, portando attenzione, ricerca e sostegno».

Durante le varie tappe, AIMAK ha organizzato incontri pubblici con medici, pazienti, famiglie e ricercatori, trasformando ogni fermata in un’occasione di dialogo e condivisione. L’iniziativa ha voluto non solo sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche avviare la costruzione di una rete nazionale capace di garantire diagnosi più tempestive, percorsi assistenziali adeguati e un supporto concreto a chi vive ogni giorno con questa malattia.

Il viaggio di Giambra si è così trasformato in un potente strumento di informazione, speranza e connessione, dimostrando che anche una pedalata può diventare voce per chi troppo spesso resta in silenzio.

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