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Aerei, il pericolo degli uccelli: all'aeroporto di Torino Caselle 22 casi di "birdstrike" nel 2024

Aumentano i casi di impatti simili a quello che hanno fatto precipitare la Freccia Tricolore. Per combattere i rischi l'Università di Torino ed Enac creano il primo laboratorio italiano

Uccelli contro aerei: all'aeroporto di Torino Caselle 22 casi di "birdstrike" in un anno

Uccelli contro aerei: all'aeroporto di Torino Caselle 22 casi di "birdstrike" in un anno

Il pericolo arriva dal cielo. In Italia, nel corso del 2024, gli impatti tra aerei e animali (la stragrande maggioranza ovviamente uccelli ma a sorpresa non sono solo i volatili a finire sulla rotta dei velivoli, in quanto incidenti simili possono avvenire anche sulla pista) sono stati 2.618, con un incremento dell'8,36% rispetto all'anno precedente. Di questi, 25 (22 uccelli e 3 volpi) sono stati registrati all'aeroporto di Torino Caselle.

I dati, che riguardano solo gli aeromobili civili, arrivano dalla relazione Enac sul wildlife strike in Italia, elaborati da Bird Strike Committee Italy e mettono in evidenza come il rischio sia direttamente proporzionale al numero di voli, visto che rispetto al 2023 questi ultimi sono aumentati del 7,22%. «Dal 2002, quando vennero registrati 348 eventi, è aumentato il traffico aereo e il fenomeno del wildlife strike è cresciuto in modo costante - sottolinea Claudio Eminente, direttore centrale Enac - ma si tratta di numeri che non devono allarmare quanto responsabilizzare». In Italia, sono stati sviluppati sistemi di monitoraggio e prevenzione tra i più avanzati del mondo, tanto da poter risalire addirittura alla specie degli uccelli coinvolti negli incidenti (rondini e gabbiani reali sono i più numerosi). E proprio per migliorare ancora questo tipo di rilevamento, l'Enac ha stipulato una convenzione con il dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino per realizzare il primo laboratorio nazionale dedicato all'identificazione forense dei resti di wildlife strike: in pratica, dall'esame del dna dei resti degli animali, si risalirà alla loro specie.

Nessun allarmismo quindi ma neanche sottovalutazione. Fino a oggi infatti sono ben 759 gli aerei nel mondo che sono andati distrutti a causa degli impatti con uccelli. Un rischio che interessa soprattutto le fasi di decollo e atterraggio (gli uccelli volano a più bassa quota) e i mesi estivi, quando i nuovi nati escono dai nidi. Un problema che ovviamente riguarda anche Caselle: nell'aeroporto torinese i 25 impatti del 2024 sono stati registrati a fronte di 44.005 movimenti aerei. Nel 2023 si erano verificati 15 impatti con 43.449 movimenti (cui aggiungere quello tragico delle Frecce Tricolori che non rientra nel conteggio in quanto si tratta di un volo non civile) e, nel 2022, 17 impatti a fronte di 42.641 movimenti.

L'uccello che a Caselle più ci "lascia le penne" è il gheppio, seguito da poiana e gabbiano reale. Curiosamente, sulla pista si sono registrati anche investimenti di volpi. Per salvare loro, e soprattutto i passeggeri, sono numerosi i sistemi di dissuasione utilizzati: da pistole a salve e cannoni a gas a auto con sirene bitonali e luci anticollisioni ma anche dissuasori laser e falchi e cani addestrati. Azzerare il rischio però, purtroppo, al momento è impossibile. 

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