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08 Agosto 2025 - 19:40
I lavoratori, una decina in tutto e originari in prevalenza da Pakistan e Marocco, hanno appreso appena dieci giorni fa che il locale avrebbe chiuso i battenti. Da oggi, venerdì 8 agosto, e fino a domani, sabato 9, sono in sciopero, mentre l’ultima giornata di apertura è prevista per domenica 10 agosto.
Nonostante anni di servizio, turni regolari di 5 o 6 giorni alla settimana e un orario stabile, i dipendenti risultano assunti con contratti a chiamata. Una scelta che, secondo il sindacato CUB, rappresenta un uso improprio di una formula contrattuale pensata per il lavoro intermittente e non per attività continuative.
Questo espediente formale ha conseguenze pesanti: non essendo formalmente licenziati, i lavoratori non hanno diritto alla Naspi, l’indennità di disoccupazione. Potrebbero ottenerla solo dopo un ricorso che dimostri l’impossibilità a lavorare, con tempi che rischiano di protrarsi fino all’autunno.
Il sindacato ha chiesto all’azienda – con sede in Emilia Romagna e altri sette ristoranti in Italia – di offrire ai dipendenti un trasferimento. Se la nuova sede distasse più di 50 km o richiedesse oltre 80 minuti di viaggio con i mezzi pubblici, i lavoratori potrebbero rifiutare e ottenere comunque la disoccupazione in caso di dimissioni. CUB intende inoltre contestare il mancato adeguamento dell’inquadramento in base alle mansioni svolte e il mancato pagamento di ore di straordinario.
Contattata dal sindacato, la proprietà ha dichiarato che la chiusura del punto vendita torinese è legata a difficoltà nel rinnovo del contratto di locazione. Ha inoltre accettato di inviare le lettere di trasferimento per consentire ai dipendenti di accedere alla Naspi.
A novembre, lo spazio lasciato libero da Crudo potrebbe essere occupato da un nuovo ristorante. In quel caso, i lavoratori licenziati potrebbero chiedere di essere riassunti nella nuova attività.
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