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Storia torinese
13 Agosto 2025 - 11:10
Nel cuore verde delle Basse di Stura, a nord di Torino, sorge un edificio dal fascino unico che racchiude oltre tre secoli di storia piemontese. Il Castello Bramafame, con la sua inconfondibile torre merlata e l'aspetto da fortezza medievale, nasconde in realtà un'origine molto più prosaica: quella di una cascina agricola secentesca che nel tempo si è trasformata in un raro esempio di architettura rurale "nobilitata".
UNA STORIA CHE SI INTRECCIA CON QUELLA DI TORINO
La storia inizia nel 1699, quando il Duca di Savoia Vittorio Amedeo II decide di bonificare le terre ghiaiose e incolte lungo il fiume Stura. Il progetto viene affidato all'architetto Rocco Antonio Rubatti, che disegna una cascina a corte chiusa seguendo i canoni dell'architettura agricola dell'epoca. L'obiettivo è ambizioso: trasformare una zona marginale in terreni produttivi per l'economia del ducato.
Ma il destino riserva al Bramafame un ruolo molto più importante di quello di semplice azienda agricola. Il momento più alto per l'edificio, infatti, arriverà nel 1706, durante il celebre assedio di Torino. Secondo la ricostruzione della storica Carla Amoretti, il 7 settembre - giorno della battaglia decisiva - la cascina diventò un punto strategico fondamentale per le sorti del conflitto. Il Duca di Savoia utilizzò infatti una discesa che, dalla proprietà, portava direttamente al porto sullo Stura per aggirare le trincee francesi, una manovra determinate per la vittoria sabauda e alla liberazione della città.
Dopo essere passato di mano in mano - dai Galliziano ai Maglio di Cravy - l'edificio subisce nel corso dell'Ottocento una trasformazione radicale. La struttura originale a "L" viene ampliata fino a formare una corte chiusa completa, vengono aggiunti depositi e magazzini, e soprattutto viene creato un suggestivo giardino cinto da mura. Ma la vera metamorfosi riguarda l'aspetto esteriore: la vecchia torre colombaria viene trasformata in una torretta neomedievale con tanto di merlatura, vengono aggiunte finestre ad arco acuto e un portale d'ingresso monumentale. Il gusto romantico dell'epoca trasforma così una semplice cascina in quello che oggi appare come un piccolo castello fiabesco.
Il Novecento porta con sé un periodo di abbandono per la struttura: l'edificio perde infatti la sua funzione agricola e viene adibito a officina e magazzino, mantenendo ristrutturata solo una parte per ospitare un ristorante. La situazione si complica ulteriormente quando, nel 2012, il complesso finisce al centro di un'indagine della magistratura per truffe e criminalità organizzata. La svolta arriva nel 2017 con la confisca definitiva: il Castello Bramafame entra nel patrimonio comunale, aprendo le porte a una nuova stagione di vita pubblica.
IL FUTURO DEL CASTELLO DI BRAMAFAME
Oggi il castello si trova al centro di un progetto ambizioso che potrebbe riportarlo alla ribalta internazionale. Il Comune di Torino ha infatti avviato una procedura per assegnare l'edificio a enti culturali, e tra i candidati più interessanti spicca la Peking University, che vorrebbe aprirvi il suo secondo campus europeo dopo quello di Oxford.
Un destino che, se si concretizzerà, vedrebbe questo angolo di Torino diventare un ponte culturale tra Italia e Cina, dando nuova vita a un edificio che ha già saputo reinventarsi più volte nella sua lunga storia.
Passeggiando lungo strada del Bramafame, nel verde del Parco Basse di Stura, è difficile immaginare che dietro l'aspetto di castello medievale si nasconda una storia così ricca e articolata. E, a prescindere da ciò che gli riserverà il futuro, continuerà comunque a rappresentare un capitolo fondamentale della storia e della trasformazione torinese.
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