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Sanità & Politica

Città della Salute, Schael (cacciato) firma l'ultima delibera: stop agli "informatori del farmaco"

Accessi regolati, tracciabilità e stop ai favori e ai "regali" ai medici. Per i farmaci spesi 91 milioni in un anno

Città della Salute, Schael (cacciato) firma l'ultima delibera: stop agli "informatori del farmaco"

Alla Città della Salute e della Scienza di Torino  Thomas Schael, commissario in uscita, vuole davvero avere l'ultima parola. E con il successore già nominato, firma un'ultima delibera, un regolamento per gli accessi degli informatori farmaceutici. Qualcosa che era atteso dal 2015: un "dispetto" - come il dress code sui camici, il divieto di fumo - ai medici, oppure un "ricordino" per la Regione che l'ha licenziato? Come a dire "Visto che io so mettere tutto in ordine?". In un settore per cui, l'anno scorso, alle Molinette hanno speso qualcosa come 91 milioni di euro.

La delibera firmata da Thomas Schael stabilisce in modo puntuale chi può entrare, come e quando. Informatori farmaceutici, nello specifico. Non più accessi “di cortesia”, incontri improvvisati nei corridoi o visite non tracciate: l’epoca del “passo a salutare il primario” e del “porto due campioni al dottore” viene archiviata. L’obiettivo è limpido: riallineare l’attività degli informatori scientifici del farmaco a ciò che deve essere — informazione basata su evidenze — separandola con decisione dal marketing e dalle pressioni commerciali. Perché, quando la linea si fa sottile, a perdere è la fiducia, e con essa la qualità delle scelte cliniche.

L’accesso agli ospedali sarà un diritto solo per chi possiede i requisiti: laurea idonea, accreditamento presso la Regione Piemonte, tesserino identificativo ben visibile. Non c’è spazio per agenti di commercio travestiti, né per venditori itineranti con il catalogo in tasca. E anche le modalità cambiano pelle: stop alle visite durante l’orario dei pazienti, stop alle chiacchiere negli ambulatori, stop alle presentazioni estemporanee in corridoio. Gli incontri saranno possibili solo in luoghi dedicati — sale riunioni, biblioteche, studi medici — e su appuntamento. Con un calendario ufficiale, approvato dalle direzioni sanitarie, e una finestra temporale precisa: al massimo tre pomeriggi a settimana, dalle 14 alle 17. Non prima, non dopo. Regole che non “raffreddano” il dialogo, ma lo strutturano, proteggendo tempi di cura e spazi di lavoro.

Un altro nervo scoperto viene toccato: campioni gratuiti, omaggi “a titolo simbolico”, pacchi lasciati sulle scrivanie. D’ora in poi ogni movimento passerà dalla Farmacia Ospedaliera, senza scorciatoie. Tradotto: niente più scatole recapitate “al volo” nei reparti, niente più “regalini” che indulgono alla simpatia personale. I materiali ammessi sono solo quelli utili all’attività clinica e destinati all’intera struttura, mai al singolo professionista.

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