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Curiosità torinesi
05 Settembre 2025 - 13:00
Piazza San Carlo, spesso definita il “salotto di Torino”, non è solo un gioiello architettonico, ma custodisce tracce storiche della devozione alla Sacra Sindone. La piazza è incorniciata dalle chiese gemelle di San Carlo Borromeo e Santa Cristina, progettate nel XVII secolo da Carlo di Castellamonte, e al centro si erge il monumento equestre del “Caval ëd Brons”, raffigurante Emanuele Filiberto.
All’angolo tra Piazza San Carlo e via Santa Teresa sopravvivono due piccoli affreschi murari, quasi nascosti tra i fregi delle facciate, che raffigurano la Vergine in contemplazione della Sindone e due frati, probabilmente francescani, riconoscibili dal loro saio. Originariamente, quattro dipinti adornavano gli angoli della piazza, ma due furono distrutti dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Il primo affresco, datato 1706, si trova sulla facciata di Palazzo Turinetti di Pertengo e mostra il telo funerario sostenuto da tre figure: la Madonna Addolorata trafitta dalle spade, San Francesco di Sales e San Francesco d’Assisi, con l’immagine di Gesù parzialmente visibile. Il secondo, datato 1752, all’angolo con Via Alfieri, rappresenta il telo quasi per intero, affiancato dalla Madonna, dal duca Emanuele Filiberto e da San Carlo Borromeo.
La Sindone, all’epoca ancora di proprietà dei Savoia, veniva esposta al popolo tramite ostensioni che avevano anche un significato politico e sociale: la casa regnante ne usava la visibilità come instrumentum regni e simbolo del sigillo divino sulla dinastia. Tra le circa cinquanta ostensioni, si ricordano quella del 1578 alla presenza di Carlo Borromeo, quella del 1642 per celebrare la pace interna alla casa regnante, e altre in occasione di battesimi o nozze reali.
Dopo la morte di Umberto di Savoia nel 1983, la reliquia passò al Vaticano, e fu istituito il Custode Pontificio della Santa Sindone, coincidente con l’Arcivescovo metropolita di Torino.
Prima della diffusione di mass media e televisione, la trasmissione della conoscenza della Sindone avveniva attraverso riproduzioni artistiche: da corte, rigorose e standardizzate, a popolari, più libere e realistiche, con variazioni locali. Il Piemonte si distingue per la ricca presenza di affreschi sindonici, circa un centinaio, realizzati sulle facciate di edifici pubblici e privati, garantendo una visibilità duratura della reliquia nascosta.
Al di fuori di Torino, affreschi si trovano in numerosi centri piemontesi:
Chiaverano (1682): lino sorretto dalla Madonna Addolorata, San Domenico e San Giovanni Battista.
Benevagienna, Cuneo: telo teso con Gesù, sostenuto da Paola Gambara da Brescia, San Donato e Beato Amedeo IX di Savoia.
Altri centri con affreschi: Biella, Susa, Pinerolo, Piobesi, Revello, Moncalieri, Mondovì, Paesana, Nichelino, Barge, San Maurizio Canavese.
Questo connubio tra Piazza San Carlo e la Sacra Sindone si ripete anche nei tempi moderni. Durante l’Ostensione del 2010, Papa Benedetto XVI incontrò i torinesi nella piazza e celebrò la messa, prima di recarsi al Duomo di Torino per venerare il Sacro Lino e visitare la Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Piazza San Carlo è così non solo una cornice urbana splendida, ma anche un luogo simbolo di storia, arte e devozione, che custodisce secoli di culto alla Sacra Sindone.
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