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L'iniziativa
05 Settembre 2025 - 21:15
Sabato 6 e domenica 7 settembre il Monte Rosa ospiterà la settima edizione di Climbing for Climate, evento dedicato allo stato critico dei ghiacciai alpini e alla resilienza delle comunità montane di fronte ai cambiamenti climatici. L'iniziativa vede la collaborazione tra università, istituzioni scientifiche e associazioni alpine per sensibilizzare sul futuro delle Alpi.
UN'ALLEANZA PER LA RICERCA CLIMATICA
L'evento è promosso dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) e organizzato dall'Università di Brescia insieme alle università della RUS Piemonte: Università di Torino, Università del Piemonte Orientale, Politecnico di Torino e Università di Scienze Gastronomiche.
La collaborazione si estende al Club Alpino Italiano, alle sezioni CAI di Torino e Varallo, alle guide alpine del Monte Rosa e al Comitato Glaciologico Italiano.
Il weekend prevede un ricco calendario di escursioni, conferenze ed eventi tematici. Il momento culminante sarà domenica, quando i delegati della RUS saliranno in funivia per visitare il Ghiacciaio di Indren, accompagnati da esperti del CAI, guide alpine del Monte Rosa e operatori del Comitato Glaciologico Italiano.
INDREN: LABORATORIO A CIELO APERTO DELLA CRISI CLIMATICA
Il Ghiacciaio di Indren, situato a 3.200 metri di quota, rappresenta un osservatorio privilegiato per comprendere gli effetti del riscaldamento globale. Oggetto di studi sistematici fin dai primi del Novecento grazie al glaciologo valdostano Umberto Monterin, oggi ospita attività di ricerca condotte da diversi enti: Università di Torino, ARPA Piemonte, Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur e Sesia Val Grande UNESCO Global Geopark.
Negli anni Settanta e fino alla metà degli anni Novanta, sui pendii di Indren e sull'adiacente ghiacciaio di Bors erano attivi impianti di risalita per lo sci estivo, oggi impossibile a causa del regresso glaciale. Dal 1927, anno di inizio dei rilevamenti del Comitato Glaciologico Italiano, Indren ha visto risalire la sua quota minima di circa 250 metri, con un regresso lineare di circa 900 metri. Nonostante la quota massima superi i 4.000 metri, oggi il limite frontale si attesta a 3.200 metri.
PROIEZIONI FUTURE PREOCCUPANTI
Negli ultimi 150 anni i ghiacciai alpini hanno perso circa il 65% del loro volume complessivo, con un'accelerazione senza precedenti negli ultimi decenni. L'Italia ha perso negli ultimi 60 anni oltre 170 chilometri quadrati di area glacializzata, equivalente alla superficie del Lago di Como.
Neanche il futuro riserva scenari migliori: secondo le proiezioni, infatti, entro il 2050 le Alpi perderanno almeno un terzo della loro massa glaciale anche in scenari di mitigazione climatica. Negli scenari più realistici, la perdita potrebbe raggiungere il 60-65%.
Il Ghiacciaio di Indren, pur non essendo destinato all'estinzione completa grazie alla sua posizione elevata, rischia comunque di ridursi nei prossimi decenni a un corpo residuo non più attivo. Le ultime campagne glaciologiche hanno registrato un ridimensionamento anche a quote superiori a 3.700 metri e l'emersione di rocce di fondo, testimonianza della progressiva riduzione del movimento gravitativo.
La fusione glaciale, inoltre, accelera l'instabilità dei pendii e delle morene, aumentando il rischio di frane, crolli e formazione di laghi glaciali instabili. Questi fenomeni non solo compromettono la sicurezza dei percorsi alpinistici e delle comunità a valle, ma possono anche rappresentare un servizio ecosistemico da gestire adeguatamente.
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