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Il futuro dell'auto
08 Settembre 2025 - 17:00
La transizione verso l’elettrico sta vivendo una fase di tensione e ripensamenti. Stellantis, quarto gruppo automobilistico mondiale, si trova al centro del dibattito: da un lato il pressing delle istituzioni comunitarie e di oltre 150 aziende della filiera elettrica che chiedono di non fare marcia indietro sugli obiettivi del 2035, dall’altro le preoccupazioni espresse dal management del gruppo, che giudica irrealistici i target fissati da Bruxelles. Nella giornata di ieri il nuovo ceo di Stellantis, Antonio Filosa, ha incontrato a Roma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Dopo la fine del colloquio, Filosa ha parlato della necessità di «lavorare insieme». A esprimere con chiarezza la posizione di Stellantis è stato Jean-Philippe Imparato, responsabile per l’Europa del gruppo, intervenuto al Salone dell’auto di Monaco (Iaa Mobility 2025).
Secondo il manager, gli obiettivi fissati dall’UE per la riduzione delle emissioni e per la diffusione delle auto elettriche al 2030 e al 2035 «non sono più raggiungibili, a meno di immaginare un crollo del mercato del 30% o il tracollo finanziario dei produttori. Ipotesi non fattibili». Per questo, Imparato spera in una revisione strategica urgente delle normative, sottolineando la necessità di intervenire «prima della fine dell’anno». Il dirigente ha ricordato che oggi in Europa circolano 256 milioni di auto, con un’età media di 12 anni e 150 milioni di veicoli con oltre 10 anni. Da qui l’invito a non concentrarsi solo sul mercato delle auto nuove e sui Bev (Battery Electric Vehicles), ma ad aprire anche al tema del rinnovo del parco circolante. Imparato ha inoltre anticipato che molti contenuti del piano Dare Forward 2030 rimangono validi, ma che inevitabilmente ci saranno cambiamenti.
L’elettrificazione totale al 2030, ha detto, «non è più raggiungibile». Stellantis presenterà nel primo trimestre del 2026 un aggiornamento della strategia, con l’intervento diretto del ceo Filosa per delineare la visione del gruppo nei prossimi cinque-dieci anni. Mentre Stellantis e altri costruttori tradizionali lanciano l’allarme, un fronte opposto prende posizione sulla questione con decisione. Oltre 150 aziende della mobilità elettrica - tra cui produttori come Volvo e Polestar, giganti delle batterie come LG Energy e Samsung, operatori di ricarica come Ionity e Fastned, e fornitori di materiali ed energia come Iberdrola e Rock Tech Lithium - hanno inviato una lettera aperta alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Il messaggio è chiaro: «Resistete, non fate marcia indietro. Mantenete l’obiettivo 2035». Secondo i firmatari, rallentare o rivedere l’obiettivo significherebbe compromettere la fiducia degli investitori, dare un vantaggio competitivo permanente a Cina e Stati Uniti e mettere a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro creati negli ultimi anni grazie agli investimenti nel settore. L’Agenzia Internazionale per l’Energia stima che una vettura su quattro venduta quest’anno sarà elettrica, segno che la transizione è già in atto. A complicare ulteriormente il quadro è arrivato un nuovo report di Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti. Lo studio stima che lo slittamento di due anni - al 2027 - degli obiettivi UE di riduzione delle emissioni ridurrà le vendite di auto elettriche di 2 milioni di unità rispetto allo scenario con le regole attuali.
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