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09 Settembre 2025 - 08:20
Emanuele Filiberto di Savoia a Torino, al Museo del Cioccolato
Erano stati i Savoia, nell’Italia nel XVI secolo, a introdurre il cioccolato quando, secondo la leggenda, nel 1560 il duca di Savoia Emanuele Filiberto, spostando la capitale del Ducato da Chambéry a Torino, aveva celebrato l’evento offrendo delle tazze di cioccolata calda. E così ieri, per celebrare l’antico e profondo legame che unisce Casa Savoia, il cioccolato e la città di Torino oggi riconosciuta come capitale italiana del cioccolato, Emanuele Filiberto di Savoia ha fatto visita al Museo del Cioccolato e del Gianduja “Choco-Story Torino”, ospitato all’interno di alcuni dei locali della Pfatisch, pasticceria e cioccolateria di via Sacchi risalente al 1915.
Ma la giornata torinese di Emanuele Filiberto non si è conclusa in via Sacchi, perché è proseguita a Superga, dove si è recato per rinnovare il voto pronunciato da Vittorio Amedeo II e poi a rendere omaggio al padre, Vittorio Emanuele, che riposa nella Basilica.
«Il Museo era qualcosa che a Torino non poteva mancare, la collezione è bellissima», ha dichiarato Emanuele Filiberto in via Sacchi. Non solo le tazze di cioccolata del duca di Savoia Emanuele Filiberto, perché il legame tra la Real Casa e il cioccolato (e Torino) è testimoniato anche da un altro episodio: Giovanna Battista di Savoia Nemours, madre di Vittorio Amedeo II, nel 1678 aveva rilasciato il primo patentino ufficiale per la vendita della bevanda di cioccolato, sancendo l’inizio della diffusione e della regolamentazione del cacao nel nostro Paese. Durante la visita, Emanuele Filiberto ha parlato dei suoi progetti sotto la Mole. Come quello di acquistare una casa nel capoluogo: «Mi piacerebbe prendere casa a Torino e riscoprire la culla della mia dinastia. Torino è stata resa grande dai Savoia, e i Savoia sono stati resi grandi da Torino - ha affermato - e ho grandi progetti per Torino e per il Piemonte soprattutto per quanto riguarda gli Ordini dinastici, che oggi si occupano di beneficenza, che nacquero a Torino».
Dopo il Museo del Ciocciolato, Emanuele Filiberto è salito a Superga. Per rinnovare il voto pronunciato da Vittorio Amedeo II con l’editto del 29 giugno 1707, quando era stata istituita la festa dell’8 settembre in memoria della vittoria sui francesi. Un 8 settembre che, per Casa Savoia, ha sempre avuto significati contrastanti, perché è anche la data dell’armistizio del 1943 e della fuga dell’allora sovrano Vittorio Emanuele III a Brindisi. Tuttavia, proprio in una data così carica di significato il principe ha voluto tornare a Torino, omaggiando anche le tombe dei suoi antenati nella Cripta reale, portando fiori dove riposa il papà Vittorio Emanuele. E stupendo i visitatori, che mai si sarebbero aspettati di vederlo in Basilica.
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