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Saldi estivi, in Piemonte cala la caccia al lusso: “Si compra solo il necessario”

Crisi del settore moda, famiglie più povere e nuove generazioni che scelgono viaggi ed esperienze al posto dei capi firmati

Saldi estivi, in Piemonte cala la caccia al lusso: “Si compra solo il necessario”

Foto di repertorio

I saldi non sono più quelli di una volta. In Piemonte, come nel resto d’Italia, l’andamento delle vendite conferma un trend che si ripete ormai da anni: niente code davanti ai negozi, se non i primi giorni, niente caccia al capo firmato, ma piuttosto acquisti mirati e contenuti. I consumatori comprano il necessario, rinunciano al superfluo e privilegiano altre spese, soprattutto viaggi ed esperienze. La presidente di Ascom Torino e provincia, Maria Luisa Coppa, parla senza giri di parole di un settore in difficoltà: «La moda sta vivendo una crisi internazionale. I giovani non inseguono più l’eleganza, ma viaggi ed esperienze. I saldi erano nati per svuotare i magazzini e lasciare spazio alle nuove collezioni, oggi invece hanno perso valore. Non ci sono più le file davanti alle vetrine e molte aziende, comprese quelle digitali, fanno sconti tutto l’anno senza regole, non c’è più criterio. Così i saldi si trasformano in un danno per le imprese corrette e ormai hanno perso tutto il loro valore».

Coppa sottolinea anche il rischio di un mercato senza regole condivise: «I big del web, da Amazon in giù, non rispettano le stesse norme delle imprese tradizionali». Per vendere di più, dice, «si ricorre a metodi alternativi che finiscono per svalutare il lavoro di chi conosce i tessuti, i marchi e la qualità. Torino ha una storia di stile e di eleganza che va difesa: se soffre un negozio, soffre l’intera filiera».

Dello stesso avviso è Roberto Orecchia, presidente del Gruppo Moda Ascom, che analizza i numeri: «I saldi sono andati come l’anno scorso: abbiamo venduto più pezzi, ma con sconti più alti per raggiungere lo stesso fatturato. E il cliente ha cercato solo ciò che serviva nel quotidiano. È un segnale chiaro: la vita è più cara e le famiglie hanno meno risorse. Dopo i primi quattro o cinque giorni di saldi, l’interesse crolla». Orecchia sottolinea un problema strutturale: «La sovrapproduzione alimenta sconti continui. Se tutto è sempre in promozione, il saldo perde senso. Le nuove generazioni non cercano più il capo di tendenza, ma preferiscono spendere in vacanze o esperienze. Per questo dobbiamo trasformare lo shopping in un momento di intrattenimento, collegandolo di più alla città e al turismo. Il negozio sotto casa resta insostituibile: dà qualità, servizio e cura».

In sintesi, i saldi estivi 2025 in Piemonte raccontano di un settore che deve reinventarsi: meno attrazione per i marchi, più attenzione al prezzo e al quotidiano. Una crisi che riflette non solo il cambiamento nei consumi, ma anche le difficoltà economiche di molte famiglie.

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