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IL REPORTAGE

Al mercato coi torinesi: «Si contano i centesimi per arrivare a fine mese»

Ecco cosa succede tra le bancarelle a Porta Palazzo

Al mercato coi torinesi: «si contano i centesimi per arrivare a fine mese»

Negli ultimi anni, il tema del rincaro dei prezzi è diventato sempre più centrale nel dibattito pubblico, con particolare attenzione rivolta ai prodotti alimentari.
L’inflazione, trainata da instabilità geopolitiche, aumenti dei costi energetici e difficoltà nelle catene di approvvigionamento, si riflette quotidianamente sulla spesa delle famiglie italiane.

Nei dati relativi allo scorso giugno, si parla di 320 euro in più per mangiare.
Gli scaffali dei supermercati raccontano una realtà fatta di prezzi in crescita, con beni essenziali come pane, pasta, carne, latticini e frutta che vedono aumenti spesso a doppia cifra rispetto agli scorsi anni. Questo fenomeno, oltre a incidere sul potere d’acquisto, modifica anche le abitudini di consumo, spingendo sempre più persone a cercare alternative economiche e a fare maggiore attenzione alle offerte.

Il mercato diventa così (per quanto possibile), un rifugio del risparmio.

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«Ormai i supermercati li evito - racconta il signor Carlo, 78 anni - Sono comodi ma, in genere, sono abbastanza cari. Preferisco andare al mercato dove trovo prezzi più bassi e molta più scelta. In particolare sulla verdura di stagione: quando tutti i banchi offrono circa gli stessi prodotti i prezzi scendono». Carlo, però, aggiunge che «per stare dietro alle offerte bisogna averne il tempo, io da pensionato posso farlo ma non tutte le famiglie ne hanno la possibilità».

Crolla la produzione di latte in Italia: Coldiretti lancia l’allarme

- Coldiretti segnala un calo della produzione fino al 30% in alcune regioni;
- Gli allevatori adottano misure straordinarie che aumentano i costi;
- Rischi concreti per la filiera del Made in Italy;
- Serve un intervento nazionale per salvare un settore strategico per economia e alimentazione.

Gianni, 61 anni, per fare la spesa va sempre al mercato di Porta Palazzo anche se, come racconta, abita a quasi 30 chilometri di distanza. «Venire qui mi conviene, giro tra i banchi, cerco l’offerta migliore... »ma si fa fatica. Aumentano anche le tasse, e da pensionato faccio fatica», ammette.

Non è solo una questione di tempo, ma soprattutto di portafoglio, come spiega la signora Lina: «I pensionati hanno tempo, ma se hai la pensione bassa ti ritrovi a contare proprio i centesimi, ed è terribile».
Accanto a lei il marito Giuseppe, che di anni ne ha 83, aggiunge: «Il cibo sta costando sempre di più, ma c’è un rincaro veramente su tutto. E di tanto anche».


«Guerra, stipendi bassi, ma come fanno le famiglie? - si chiede Luigi, 57 anni - Spero che la vita riprenda come prima del Covid, perché è da lì che poi è andato tutto in rovina». Luigi racconta: «Io vado sempre al discount, ad esempio, e mi accorgo che ogni settimana tutto aumenta di quei 10, 20 centesimi».

Una situazione che si fa sentire non solo sulla vita quotidiana dei consumatori ma anche in quella dei commercianti. «Noi per primi subiamo il rincaro - spiega Elena, dietro il suo banco di formaggi - Ne siamo vittime anche noi. Cerchiamo di non alzare i prezzi per andare incontro ai clienti, ma poi a un certo punto sei obbligato».


L’aumento dei prezzi delle materie prime, a partire dal burro, o il cacao o caffè, oli vegetali e altre risorse fondamentali per la produzione alimentare, si ripercuote infatti su tutta la catena di distribuzione, dalla produzione alla vendita al dettaglio.
I commercianti devono affrontare costi maggiorati per l’acquisto delle merci, oltre che per energia, trasporti e servizi collegati, e spesso si trovano costretti a trasferire almeno una parte di questi aumenti sul prezzo finale al pubblico.

Lo racconta Fulvio, della macelleria Marchetti all’interno di Porta Palazzo: «Inevitabilmente siamo costretti anche noi ad aumentare i prezzi, ci spiace perché il mercato di Porta Palazzo è sempre stato un calmiere per Torino e ci rendiamo conto che alcune famiglie oggi fanno veramente fatica. Ma siamo obbligati». Tra i vari incari la categoria degli alimentari è una di quelle che sta subendo maggiormente la situazione.

«Sta aumentando tutto - continua Fulvio - Trattando carne mi rendo conto che sta costando come categoria, ma sono anche consumatore e facendo la spesa mi accorgo che è aumentato tutto».

E se alcuni clienti si rifugiano nei mercati, preoccupati per i tempi che verranno, altri lo vivono con spensieratezza. Ultimamente, infatti, la realtà dei mercati italiana si è evoluta in una vera attrazione turistica. «Vengo dalla Svizzera - racconta Maelle, 25 anni - io qua adoro il cibo italiano e, per quello che sono abituata, anche i costi».

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