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Curiosità
29 Settembre 2025 - 23:45
Nato nel 1948 sotto i portici di piazza San Carlo, il Caval ’d Brons è stato per decenni uno dei caffè simbolo di Torino
Nato nel 1948 sotto i portici di piazza San Carlo, il Caval ’d Brons è stato per decenni uno dei caffè simbolo di Torino. Il nome richiamava il monumento equestre a Emanuele Filiberto al centro della piazza, noto in piemontese come “Caval ëd Bronz”.
Tra gli anni Cinquanta e Novanta il locale ha accolto clienti illustri e volti dello spettacolo internazionale. Tra i frequentatori citati dalle cronache figurano Ingrid Bergman, Ava Gardner, Orson Welles, Frank Sinatra, Totò, l’asso dell’automobilismo Juan Manuel Fangio, l’attore Errol Flynn e Leopoldo II del Belgio. La fama era legata anche a una proposta gastronomica e di cocktail allora internazionale per Torino.
La parabola si interrompe nell’estate 2016: la gestione chiude, sullo sfondo di canoni d’affitto elevati e della volontà della proprietà immobiliare di vendere gli spazi. Da allora le serrande del Caval ’d Brons non si sono più rialzate.
Negli anni successivi non è subentrata alcuna nuova attività e il punto vendita è rimasto vuoto, con periodici richiami pubblici al suo degrado. Quest'estate abbiamo documentato la presenza di una tenda davanti all’ex ingresso, riaccendendo il dibattito sullo stato dei portici della piazza: un ulteriore segnale che, a oggi, non esiste un locale subentrato al Caval ’d Brons.
Il contesto in cui si inseriva il bar resta uno dei più noti per la tradizione dei caffè torinesi. In piazza San Carlo sono tuttora attivi tre storici indirizzi: il Caffè San Carlo, nato nel 1822 e più volte ritrovo di politici e intellettuali; il Caffè Torino, inaugurato nel 1903 e considerato “salotto elegante” della città; la Pasticceria–Confetteria Stratta, con bottega storica affacciata sulla piazza dal XIX secolo.
Il risultato è una piazza che conserva tre protagonisti della cultura del caffè cittadina ma che, dal 2016, ha perso uno dei suoi indirizzi più iconici. La vicenda del Caval ’d Brons resta emblematica delle difficoltà gestionali ed economiche dei locali storici nei centri urbani e del rischio di lasciare sfitte vetrine di forte valore simbolico.
Lo stilista del Balon: «Io non lascerò mai il mio mercatino»
Federico Ostuni, classe 1991, è conosciuto a Torino come Barone Ostu. Da 10 anni porta avanti la sua passione per il vintage e il fatto a mano, e le sue origini sono profondamente radicate nella città di Torino. Si inserisce nella "nuova generazione del Balon", che unisce l'amore per la qualità dei capi usati a riferimenti alla cultura pop. Da "millennial" come si deve, è sbarcato anche sui social: la sua pagina Tiktok conta 50mila followers, e i suoi jeans su "L'Odio" di Kassovitz hanno collezionato 100mila visualizzazioni e l'apprezzamento di una generazione intera.
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