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Burocrazia & dintorni
14 Ottobre 2025 - 06:15
Il ministro Paolo Zangrillo
E così ieri alla corte di Dumsedafe è accorso anche un ministro della Repubblica. Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione. Lo ha introdotto, dopo la consueta agape tra soci, il “gran ciambellano” dell’associazione, ovvero quel Piero Gola, anima e corpo di coloro che a Torino si tirano su le maniche e cercano di fare qualcosa di buono, da qui il nome del consesso (in stretto dialetto piemontese): Dumsedafé. Per l’occasione l’incontro è stato organizzato presso il Circolo della Stampa, Palazzo Ceriana Mayneri in corso Stati Uniti. Tema libero, ha sottolineato Gola nell’introduzione e Zangrillo ha parlato a braccio facendo intendere, prima di ogni altra cosa, quello che è il suo ruolo: non quello di ministro della Pubblica Amministrazione, come superficialmente si potrebbe intendere, ma «per» la Pubblica amministrazione, che è ben altra cosa. Il comune sentire coglie in quei due termini qualcosa di vecchio, di stantio e immobile, soffocato dalla burocrazia. E Zangrillo è il medico, colui che sta curando gli apparati amministrativi dello Stato, per renderli moderni ed efficienti.
La platea di Dumsedafé
«La Pubblica Amministrazione - ha detto - costa circa 50 miliardi l’anno, è il maggiore datore di lavoro del Paese con più di 3 milioni di dipendenti. Quando sono diventato ministro ho trovato una Pubblica Amministrazione malandata. Per anni sono usciti in tanti e non entrava nessuno. Il rimedio è stato quello di indire concorsi, ma tali da coprire le esigenze nel minor tempo possibile. Oggi, in media, l’iter concorsuale si esaurisce in un periodo di quattro mesi. Così in tre anni abbiamo assunto circa 500mila persone, svecchiando anche l’intero apparato. La media dell’età è scesa dai 51 ai 48 anni». Ma anche sui concorsi, Zangrillo sembra avere idee innovative perché «al di là dei titoli necessari per accedere, sarebbe necessario valutare i candidati in altro modo». In ogni caso, l’opera del ministro è volta a «creare un’organizzazione attrattiva per i giovani che nel lavoro devono essere motivati. In questo senso un ruolo importante riguarda la formazione. Quando sono entrato al Ministero le ore di formazione in media erano di 6 pro capite l’anno.
Piero Gola accoglie Paolo Zangrillo al Circolo della Stampa
Oggi siamo arrivati a 40. Dobbiamo valorizzare il nostro capitale umano, sapendo che tutto è cambiato. Oggi un giovane in fase di colloquio di assunzione, non chiede più (come un tempo) quanto guadagnerà, ma come si è organizzati. Una volta, dopo un colloquio, il selezionatore diceva al candidato la famosa frase: “le faremo sapere”; oggi accade il contrario. La cosa può non piacere a tutti, ma questa è la realtà con la quale dobbiamo confrontarci». Un ultimo argomento: «La semplificazione. Anche questa è una sfida di rilievo e io oggi posso dire che abbiamo avviato azioni di semplificazione per oltre 600 procedure amministrative». Dopo il suo intervento, Zangrillo ha sforato di gran lunga il tempo massimo fermandosi ancora per rispondere a domande e per partecipare al dibattito. L’unico rammarico della giornata è l’assenza di figure istituzionali della Regione, sia della Giunta che del Consiglio, rimarcate dallo stesso Gola in due lettere inviate agli enti interessati.
Piero Gola introduce il ministro Zangrillo
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